Autovelox fissi bocciati in città, ma il limite non si può alzare a 70

Sembra favorevole, ma ha un effetto collaterale. La sentenza del Tribunale di Firenze che dopo anni potrebbe dare una svolta alla telenovela degli autovelox fissi fatti piazzare in città da Matteo Renzi quando era sindaco annulla una multa, ma fissa un principio che se dovesse prendere piede impedirebbe di alzare il limite di velocità a 70 km/k sui viali cittadini.

Infatti, la pronuncia del Tribunale (della quale scrivo sul Sole 24 Ore di domani, dopo che Mario Rossi l’aveva anticipata su Quattroruote di novembre) fissa il principio secondo cui un viale a carreggiate separate non può rientrare nella categoria delle “strade urbane di scorrimento” se non ha una banchina sufficiente a far fermare un veicolo in emergenza. E, senza la qualifica di “strada urbana di scorrimento”, per la legge 168/2002 è vietato piazzare autovelox fissi nei centri abitati. Ma tale qualifica è anche la condizione richiesta dal Codice per consentire ai Comuni di derogare al limite di velocità generale di 50 km/h, decidendo eventualmente di innalzarlo a 60 o 70 km/h.

Così anche viali con larghezza e visibilità sufficienti a indurre molti guidatori a superare i 50 km/h diventerebbero a rischio-multa, nel caso vi si appostasse una pattuglia con rilevatore di velocità. E pensare che ci sono Comuni – come per esempio Faenza (Ravenna) sulla strada che entra nell’abitato dall’A14 – che hanno alzato il limite a 70 km/h anche se mancano addirittura le carreggiate separate, cioè il requisito basilare per far classificare “di scorrimento” una strada urbana.

Alla fine, la decisione del Tribunale di Firenze pare più improntata ad aumentare la sicurezza che a dare una scappatoia ai trasgressori. E l’esigenza di sicurezza che porta avanti non sembra eccessiva, almeno su certi viali: nella non certo rara ipotesi in cui ci siano furgoni o altri mezzi alti che limitano la visibilità, non è simpatico scoprire all’ultimo momento che c’è qualcuno fermo e doverlo schivare. Peccato però che la stessa situazione si possa presentare su alcune superstrade che, essendo classificate come extraurbane, consentono legalmente una velocità decisamente superiore: 110 km/h. Anche qui il Codice della strada richiede sulla destra della carreggiata una banchina pavimentata, ma non di rado essa non ha abbastanza spazio per evitare che un veicolo fermo occupi una discreta parte della prima corsia di marcia.