Controlli automatici sulle strisce pedonali. Ma per ora è solo un test

A Castel Bolognese e a Bolzano si sperimenterà da questa estate e per sei mesi il telecontrollo dei passaggi pedonali. «Troppi incidenti sulla via Emilia, a danno dei pedoni», dicono nel Comune romagnolo. Succedono anche di sabato sera e non solo per colpa di giovinastri su bolidi lanciati come impone l’immaginario collettivo: pochi mesi fa, un tranquillo fuoristrada guidato da un agricoltore di mezza età ha fatto volare un’anziana in pieno centro, uccidendola sul colpo sotto gli occhi di un’amica. E di una telecamera di sorveglianza, che è servita solo da supporto per identificare l’investitore, allontanatosi senza fermarsi.

Il problema, quindi, esiste. Non esiste, invece, la soluzione: quella più scontata, il controllo automatico della velocità, è vietata per legge. Così bisognerebbe tenere un vigile vicino agli apparecchi (i box per ospitarli ci sono pure) 24 ore su 24. “Castrati” dal Codice della strada sul fronte autovelox, a Bolzano e Castel Bolognese hanno pensato – assieme a un produttore altoatesino di apparecchi di rilevazione infrazioni, da cui è partita l’idea, e col supporto dell’Università di Padova – di sfruttare pieghe, ambiguità e incompiutezze del Codice stesso per arrivare al telecontrollo dei passaggi pedonali.

La chiave sta nella riforma del 2010, che ha autorizzato controlli automatici per vari tipi d’infrazione. In più di un caso, non si capisce bene nemmeno come questi controlli possano essere tecnicamente realizzati e infatti il ministero delle Infrastrutture non ha ancora dato alcun ok a nuove apparecchiature. Uno dei casi più difficili è quello dell’articolo 141 (velocità inadeguata), che però fa anche molto comodo nei centri urbani, perché consente di aggirare almeno in parte il divieto di controllo automatico della velocità (articolo 142, con le relative sanzioni per eccesso di velocità). Certo, le sanzioni non sono altrettanto severe, ma è già qualcosa.

In ogni caso, per ora multe non ne verranno comminate in automatico: quella che partirà in estate sarà solo una fase di sperimentazione. Nella quale, quindi, sarà possibile multare qualcuno solo quando sul posto saranno materialmente presenti i vigili.

In tutta onestà, credo che questa sperimentazione possa servire solo a mettere a punto gli apparecchi, in modo da poterli poi proporre all’estero: in Italia, i dubbi giuridici sulla possibilità di controllare in automatico la velocità inadeguata sono troppi.

A partire dal fatto che l’articolo 141 nasce come “tappabuchi” per tutti i (tanti) casi in cui non si può dire che ci sia un eccesso di velocità rispetto a un limite chiaramente e rigidamente fissato o in cui non si può rilevare con precisione la velocità. Se il problema è che si va troppo forte in un certo tratto, secondo le nostre leggi bisogna aumentare la vigilanza e/o imporre un limite più basso. E pazienza se ciò non è materialmente possibile perché non c’è abbastanza personale e le stesse leggi vietano i controlli automatici.

E finora abbiamo dato per scontato che gli apparecchi che saranno sperimentati (in sostanza, un sistema formato da due telecamere) funzionino bene, dando accertamenti a prova di bomba. Ma, trattandosi di analizzare immagini registrate, immagino che possano anche nascere contenziosi su quanto sia davvero inadeguata la velocità di un veicolo: bisogna imbarcarsi in una serie di considerazioni e analisi di parametri (per esempio, bruschi spostamenti e frenate) che non so dove possa portare.

Alla fine, l’unica soluzione vera potrebbe essere una modifica al Codice. E infatti il deputato Pagani, componente della commissione Trasporti della Camera, partecipando alla presentazione dei test di Bolzano e Castel Bolognese, ha detto: «È stato complesso ottenere il via libera alla sperimentazione perché la disciplina di tutela dei pedoni non e ancora adeguata alla progressione della tecnica. La riforma del Codice stradale che stiamo trattando in Parlamento ci permetterà di elevare lo standard di sicurezza ammettendo anche tutti i tipi di controlli automatici a favore degli utenti deboli».

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