Il ponticello col gradino nascosto che ha ucciso un ciclista. Ora qualcuno deve pagare

Un pensionato che cade dalla bici, sbatte la testa e muore. Quante volte avete intraletto una notizia del genere nelle cronache minori? È successo anche lo scorso luglio a Cernusco sul Naviglio, alle porte di Milano. Ma siamo proprio sicuri che questo caso debba essere archiviato come gli altri simili? Qui l’incidente è avvenuto in un punto che grida vendetta. Da anni.

Infatti, siamo su un ponticello che scavalca il Naviglio, in direzione di Cassina De’ Pecchi. La sua particolarità è che alla fine c’è un gradino. Dunque sarà un ponte pedonale, direte voi. E invece no: se lo imboccate venendo da Cernusco, non trovate nemmeno l’ombra di un segnale di divieto, di una transenna, di un tornello o di qualsiasi altro dissuasore che costringa i ciclisti a condurre la bici a mano. Non c’è mai stato nulla del genere, perlomeno nell’ultimo decennio.

Possibile che al Comune nessuno se ne sia mai accorto? Nemmeno quel qualcuno dell’ufficio tecnico che autorizzò l’apertura al traffico del ponticello dopo la sua costruzione? O magari i lavori furono affidati a una ditta amica o intoccabile, per cui “non era opportuno” contestarle qualcosa e diventava preferibile accettare il rischio di ammazzare qualcuno?

Attendiamo risposte. Se non dal Comune, dalla magistratura.

  • paolo |

    Ho letto l’articolo parecchio tempo dopo. Tuttavia confermo, è impossibile confondersi. Se ha imboccato i gradini lo ha fatto di proposito.

  • antonio |

    E pensare che il 1° agosto sono passato sulla A16 Na-Ba e, nel tratto tra Candela e Benevento c’erano restringimenti di carreggiata sulla direzione Na->Ba, con operai di imprese private appaltatrici che, udite udite, serravano i bulloni dei new jersey di tutti gli altri viadotti non interessati da quel terribile incidente… Guardando quello spettacolo indecoroso, non si può restare zitti! Quella é gente senza pudore!

  • Maurizio Caprino. |

    E mettere un segnale o disegnare il punto di inizio dei gradini in modo che un ciclista non venga indotto in errore ci fa proprio così schifo? Il fatto che si parlasse di gioco è poco indicativo. Anzi, può essere un’ipotesi fatta circolare dal Comune per allontanare dai riflettori le proprie responsabilità. Uno schema collaudato: pensate alle prima notizie date da Autostrade per l’Italia quando c’è stata la strage del viadotto Acqualonga: eccesso di velocità, segnaletica di cantiere “regolarmente apposta”. C’è voluta la determinazione di qualcun altro per tirare fuori il fatto che il guard-rail aveva gli ancoraggi praticamente marci. L’ente gestore è sempre protetto dal fatto di essere una fonte ufficiale, che gli dà una credibilità “a prescindere”. Questo lo dobbiamo scalfire, in tutta Italia. Altrimenti resteremo sempre succubi delle cricche che mangiano denaro pubblico e vite umane.

  • Marco Casale-Rossi |

    Se venisse a vedere il ponte levatoio di persona (l’accompagnerò personalmente) scoprirebbe che bisogna proprio volere usare i gradini (che vengono dopo) al posto dello scivolo (che li precede). Al tempo dell’incidente, si parlò di “gioco” finito in tragedia: la bicicletta nel tentativo di scendere dai gradini (come si vede fare dai ragazzi su youtube) si darebbe impennata in avanti catapultando il povero ciclista senza casco a testa in giù sull’asfalto. Nota: abito a Cernusco sul Naviglio, ma non sono un amministratore né lavoro per l’amministrazione che ha sicuramente molte pecche, anche in materia di strade sicure, ma non questa.

  • antonio |

    E allora che dovremmo dire dei “gradini” che fanno vomitare i passanti che transitano in auto nei tratti della nuova A3 dove dicono che sono stati finiti i lavori (tipo a Lagonegro, a Campo Tenese o a Bagnara) dove si salta come grilli in prossimità dei viadotti dove manca ancora l’asfalto finale?

  Post Precedente
Post Successivo