Richiami: quando il venditore ti rimanda a casa senza aggiustare nulla

I richiami hanno le gambe corte, quando il costruttore non è organizzato o quando non ha abbastanza risorse per farlo. Nel caso degli scooter Kymco People che si spezzano, lo avevamo sospettato sin dal primo momento. E parliamo di esemplari immatricolati nel 2005-2006 con rotture iniziate nel 2007, quando non c’era nemmeno l’attenuante della crisi che avrebbe poi sconvolto mercato e conti delle aziende.

Una prima conferma venne quando finalmente l’importatore italiano della Kymco, martellato dalla pressione dei clienti e della Motorizzazione, “concesse” (in Europa, in fondo, è ancora una concessione) di richiamare gli esemplari potenzialmente difettosi: lo fece nel modo criptico che cercai di decrittarvi all’epoca e che rimase tale, perché la Motorizzazione si accontentò così.

Adesso arriva la prova del nove: una lettrice lombarda mi ha segnalato che all’epoca andò dal suo rivenditore con la lettera di richiamo e fu graziosamente tranquillizzata, convincendosi a tornare a casa senza pretendere la sostituzione gratuita (e costosa) del telaio che le sarebbe spettata per legge e che era lo scopo del richiamo. Adesso il suo scooter si è spezzato in due, fortunatamente mentre era fermo al semaforo. L’importatore si farà totalmente carico del problema (e ci mancherebbe).

Ma restano due domande.

1. Quanti altri casi del genere ci sono ancora?

2. Qual è la giusta misura da usare nelle lettere di richiamo? Va bene che non è giusto essere allarmisti, scatenando il panico. Ma anche una formulazione asciutta e tranquillizzante porta poi i clienti a sottovalutare il problema, non presentandosi affatto in officina o abboccando quando il venditore li rimanda a casa senza effettuare il richiamo.

  • Marco Buffa |

    Stessa cosa con il richiamo Chevrolet per l’ABS della Matiz.
    All’epoca del richiamo, febbraio 2012, il mio ABS non fu sostituito da Gerli (Milano) in quanto era “a posto”. A luglio dello stesso anno attraversavo (incolume) una rotatoria a 80 all’ora con il pedale del freno a fine corsa, e ancora Gerli si rifiutava di sostituire la centralina, perche’ il suo tester OBD sosteneva che l’ABS funzionava correttamente. Rientravo a casa con l’olio dei freni cambiato (credo) e la storiella che la mia disavventura era sicuramente dovuta ad una “bolla d’aria nel circuito”.
    A dicembre altro giro, questa volta e’ mia moglie che si ferma (sempre incolume) con il freno a mano, e questa volta e’ City Motors (Monza) che finalmente e senza batter ciglio esegue il richiamo come prescritto sostituendo la centralina incriminata.
    Tutto documentabile e no, non stiamo parlando dell’autoradio che ogni tanto non si accende 🙁

  • beppe |

    Mi piacerebbe capire che tipo di rapporto commerciale lega l’importatore alla casa madre. Secondo me se ne scoprirebbero delle belle…

  • Dario |

    Tutto normale, in altri mercati avrebbero bloccato le vendite della marca in questione.

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