Nel Sole 24 Ore di oggi troverete un rapporto sulle flotte aziendali. Obietterete che di pubblicazioni del genere se ne vedono sin troppe e i più smaliziati diranno che maggiore è la frequenza maggiori sono i ricavi pubblicitari che l’editore trae o spera di trarre. Stavolta però parliamo di un settore che meno di due settimane fa ha preso l’ennesima batosta fiscale, con l’ulteriore taglio della deducibilità dei costi delle auto aziendali dal reddito d’impresa.
Nel rapporto scriviamo che le imprese stanno prendendo contromisure, come il taglio di alcuni costi e l’assegnazione di più vetture possibile ad altrettanti singoli dipendenti (così la deducubilità, pur tagliata anche in questo caso, è maggiore). Ma c’è qualcuno che da tempo ha scelto una soluzione radicale: stipulare un leasing o un noleggio a lungo termine all’estero, per esempio in Germania. Così dribbla anche tutor, autovelox eccetera.
Ho scritto più volte che circolare per più di un anno in Italia con targa estera è vietato dal Codice della strada (articolo 132). Dal punto di vista fiscale, la cosa è più controversa. Lo dimostra il caso di Bolzano, dove due settimane fa la Guardia di finanza aveva fatto una maxi-operazione anti-evasori finita su tutte le cronache nazionali. Uno degli escamotage emersi era proprio quello della targa estera. Ma ora una società finita sotto inchiesta arruola un mostro sacro del diritto tributario come Victor Uckmar e fa ricorso.