Auto aziendali telecontrollate metro per metro. E se sgarri ti chiamano dal call center

Siete sulla vostra auto aziendale. Squilla il cellulare, rispondete e scoprite che la chiamata viene dal call center del noleggiatore che fornisce la vettura al vostro datore di lavoro e ve la gestisce. Pochi secondi e vi spiegano che vi stanno telefonando perché hanno visto accendersi la spia dell'alternatore e quindi vi ricordano che quello è un guasto per il quale dovete andare immediatamente in officina (se è per questo, lo dice anche il libretto di uso e manutenzione, ma ormai chi lo legge più?). Bello, vero? Ma adesso viene il "brutto": tutta questa "vicinanza" del gestore è resa possibile da un sistema che trasmette al gestore tutti (o quasi) i dati rilevati dall'elettronica di bordo della vettura, assieme a quelli sulla posizione del veicolo rilevata da un sistema Gps. Così il gestore viene a sapere anche qualche dato "scomodo", come per esempio quante volte si superano i limiti di velocità e per quanto tempo, quali manovre si sono fatte in concomitanza di un incidente, se i tagliandi sono stati eseguiti a tempo debito, quanto combustibile si consuma davvero eccetera.

Fino a qualche anno fa, si sarebbe detto che un gestore che offre un sistema del genere è un suicida: la sorveglianza di un Grande fratello così fa paura e dà fastidio, generalmente. E infatti storicamente ci hanno provato in pochi a monitorare le flotte con sistemi vari (secondo la tecnologia dell'epoca), tutti con esiti da dimenticare. Perché, allora, la Arval torna a puntare sul telecontrollo e lo fa nel modo sofisticato (c'è un accordo con la Texa) e invasivo che vi ho descritto all'inizio?


Il motivo è la crisi, incrociata con i prezzi dei combustibili ormai alle stelle, per colpa soprattutto delle accise in continuo aumento. Accade che le tradizionali "creste" (più o meno grandi) che fanno i dipendenti sul rifornimento (compilare la carta carburante come più conviene è facilissimo) sono aumentate. Di contro, dati i costi aumentati, è diminuita la volontà delle aziende di tollerare queste "mance". Non solo: pare che ora le aziende siano molto preoccupate per le responsabilità che possono essere loro attribuite in caso di infortunio sul lavoro. Avere a bordo un sistema di monitoraggio consente di ammonire il guidatore che guida in modo che si presume pericoloso (si controllano tra l'altro velocità, accelerazioni e frenate): fatto questo, in caso d'incidente l'azienda tirerà fuori la prova di averlo fatto, per dimostrare che la colpa del sinistro è del solo lavoratore. Problemi con la privacy? Pare di no, alla luce di due recenti pareri del Garante. E poi si può sempre contrattare con i sindacati per limitare il telecontrollo solo ad alcuni parametri scelti di comune accordo: il sistema di gestione è modulare.

  • Daniele |

    Scusate, mi accorgo solo adesso di avere riportato l’indirizzo sbagliato. Questo è quello giusto: http://www.carplanning.com/flotte_aziendali.cfm

  • Daniele |

    Perfettamente d’accordo con MasterLibe. Sarebbe interessante sapere quali aziende di noleggio praticano questo controllo tuttavia, sempre che siano informazioni di pubblico dominio, e se si tratti di un’opzione o sia obbligatorio. In particolare per chi ha un’azienda e sta pensando di adottare un tale servizio. Carplanning ha in programma un portale dove dovrebbero trovare spazio tutte queste informazioni: http://www.carplanning.com/flotte_aziendali.cfm. Se riuscirà a rimanere in massima parte indipendente potrebbe essere una buona occasione per fare chiarezza su queste ed altre pratiche del settore.

  • MasterLibe |

    Il problema non è rappresentato dai controlli su creste, limiti di velocità o incidenti. In fondo il datore di lavoro ha il diritto di tutelarsi.
    Il fatto è che in qualsiasi momento c’è qualcuno, delegato dal fornitore della flotta aziendale, che ha la possibilità di sapere dove si trova l’assegnatario dell’auto. Cosa che nemmeno il datore di lavoro, soprattutto quando l’auto è un benefit e può essere usata in qualsiasi momento, ha diritto di sapere.
    Questo costituisce un rischio grave per la riservatezza di chi usa un’auto fornita con queste condizioni; per assurdo rischia la sua privacy pure il datore di lavoro (o un suo delegato alla gestione dell’azienda) che usa un’auto aziendale.

  • andrea |

    – in caso di sinistro “non autonomo”, intendo con 2 o più veicoli coinvolti, l’automobilista sotto “controllo” si vederebbe contestare eventuali responsabilità senza scampo, venendo a trovarsi in condizioni peggiori degli altri (le cui violazioni andrebbero ricostruite a posteriori, con perizia, dubbi ecc…);
    – accetterei di guidare un’auto stile “grande fratello” solo se fosse obbligatorio per tutti i veicoli in circolazione

  • Paoblog |

    trovo “divertente” che il Garante della Privacy non abbia nulla da dire, ma in realtà neanch’io, dato che alla fine dei giochi, se non fai la cresta sul carburante, rispetti i limiti e non scappi se fai un incidente, il resto si riduce ad un controllo della manutenzione che fa solo bene visto per l’appunto chein molti se ne fregano… e poi si lamentano.
    in teoria però questo Grande Fratello sembra essere invasivo della privacy così come la conosciamo noi, nel lato pratico..
    buffo però che il Garante poi impedisca le telecamere sistemate in modo da beccare chi abbandona rifiuti e/o inquina…ci mancherebbe altro che si debba ledere la privacy di un incivile che da danni…..
    vedi: http://paoblog.net/2012/04/05/incivili-7/

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