Vai al lavoro in bici? Se ti fai male non ti risarciscono

Sulla richiesta di imporre in tutti i centri abitati il limite dei 30 all’ora, meglio dire il meno possibile: sarebbe impossibile far rispettare quel limite e quindi si amplierebbe ancora la distanza tra il Codice della strada e il Paese reale, con tutto ciò che ne consegue. Ma c’è un’altra richiesta che la Fiab fa al Governo e che sembra più di una semplice boutade per attirare l’attenzione sugli Stati generali della bicicletta che si terranno tra una settimana a Reggio Emilia.

La richiesta è quella di estendere a chi sceglie di andare al lavoro in bici la garanzia di essere risarcito se si fa male in un incidente durante il tragitto da e verso casa. Vi sembrerà ovvio che venga indennizzato, perché si tratta di un infortunio in itinere come tutti gli altri (che – ricordiamolo – costituiscono addirittura la metà degli infortuni sul lavoro, di cui si straparla). E invece no: il lavoratore-ciclista si sente dire che avrebbe dovuto scegliere il mezzo pubblico (se disponibile) o l’auto privata. Pensate che esiste persino giurisprudenza che nega il risarcimento a chi va a piedi, se la distanza casa-lavoro supera il chilometro e mezzo.

Alla faccia dei tanti discorsi che altre istituzioni fanno sulla necessità di spostarsi in modo ecocompatibile.

Intanto, eccovi per intero il comunicato stampa della Fiab.

SICUREZZA CICLISTI, FIAB AL GOVERNO: ORA I PROVVEDIMENTI CONCRETI

In relazione alle recenti dichiarazioni alla stampa del Ministro Cancellieri e del Premier Monti a sostegno della mobilità e della sicurezza dei ciclisti, il Presidente della FIAB, Antonio Dalla Venezia, in una lettera aperta sollecita l’adozione urgente di atti concreti come l’approvazione di provedimenti attesi da decine di migliaia di italiani: la tutela assicurativa del lavoratore che sceglie la bicicletta per recarsi al lavoro (infortunio in itinere) e l’istituzione del limite di velocità dei 30km/h nelle nostre città. E invita rappresentanti di Governo e Parlamento a partecipare a Reggio Emilia, il 5 e 6 ottobre prossimi, agli Stati Generali della Bicicletta che si terranno per iniziativa di ANCI, delle associazioni ambientalista nazionali Legambiente e FIAB e dal movimento #Salvaiciclisti, con il sostegno organizzativo dell’Amministrazione civica di Reggio.

  • Daniele |

    A me personalmente è accaduto che a causa di una mancata precedenza di un autoveicolo, sono finito in terra con lo scooter mentre mi stavo recando al lavoro, Da quanto ho appreso dal datore di lavoro che mi ha corrisposto l’infortunio, l’Inail non ha risarcito il mio datore di lavoro perchè a quell’ora dovevo recarmi al lavoro scegliendo l’utilizzo dei mezzi pubblici e non privati.
    Quindi direi che la problematica non è limitata solo alle bici.

  • mirco |

    Mi sembra strano che venga negato l’infortunio.
    A me stesso( il mio tragitto avveniva in orari dove non circolavano mezzi pubblici) fu riconosciuto alla guida della moto.
    Nell’occasione approffittai per informarmi della legge e mi fu risposto che l’unica discrimante era la presenza dei mezzi pubblici.
    Anche perchè si discriminerebbe il lavoratore minorenne o quello che per scelta o per costrizione (patente sospesa o altro) non usa l’auto

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