Nessuno ne parla, ma la Rc auto bolle ancora. Dietro l'apparente calma operosa calata a fine marzo con l'entrata in vigore definitiva del decreto liberalizzazioni (Dl 1/12) di cui si stanno preparando i decreti attuativi, c'è tutto un riflettere su come svoltare davvero. Nell'inserto in edicola oggi col Sole 24 Ore, oltre a qualche indicazione pratica, do conto di tutto questo. Il punto fondamentale per il sistema è che non si sconfigge il caro-polizze senza abbattere davvero i costi: cercare di imbrigliare i prezzi come previsto da alcune parti del decreto liberalizzazioni (oneri della scatola nera messi a carico delle compagnie e adeguamento solo biennale delle tariffe per chi non causa sinistri) non funziona: prima o poi, se non c'è un risparmio nei costi a monte, il problema torna a scoppiare. Lo ha dimostrato il blocco annuale dei prezzi che fu imposto nel 2001. Certo, il decreto liberalizzazioni contiene molto altro, comprese misure taglia-costi. Ma non bastano: ci vuole altro. E qui viene chiamata pesantemente in causa l'Antitrust. Anche dall'Isvap, che in questi mesi si sta dimostrando piuttosto aggressivo.
Infatti, per tagliare i costi nel sistema del risarcimento diretto è necessario che ogni compagnia sappia quanto l'altra ha pagato per risarcire chi è stato danneggiato da un suo cliente. Sei anni fa, l'Antitrust aveva voluto che queste informazioni fossero coperte da un velo, per evitare scambi d'informazioni che possono favorire collusioni tra le imprese. Così è stato messo in piedi un sistema a forfait: la compagnia del danneggiante rimborsa quella del danneggiato (che gli ha erogato il risarcimento) in base a un valore fisso, a forfait. Questo implica che, quando il costo reale del sinistro è inferiore al forfait, non c'è alcun incentivo a contenere il risarcimento e si tende a essere di manica larga o addirittura a lasciarsi truffare.
Ragionamenti che tra gli addetti ai lavori si facevano anche sei anni fa, ma l'Antitrust proseguì per la sua strada. Oggi che – come ha dichiarato l'Isvap in una risposta alle mie domande pubblicata oggi sul Sole - il sistema del risarcimento diretto ha mostrato tutti i suoi limiti, riaffiorano proposte alternative. E l'Isvap stesso, forte dell'appoggio delle principali associazioni dei consumatori, sembra prendersi la rivincita sull'Antitrust, in una partita che va ben oltre il riassetto del risarcimento diretto: da anni si parla di abolire l'istituto di vigilanza sulle assicurazioni e "smembrarne" le competenze, affidando quelle finanziarie a Bankitalia e quelle di tutela del mercato proprio all'Antitrust.
Altra proposta che riemerge è quella di obbligare i danneggiati a riparare il proprio veicolo, documentando con fattura il costo realmente sostenuto. Siccome questo non si può fare (se non altro perché un danneggiato ha anche il diritto di circolare con un paraurti ammaccato o di rivendere il mezzo così com'è) ma i soldi bisogna comunque darglieli, bisogna comunque trovare un modo per arrivare nei pressi dell'obiettivo. Per esempio, rendendo comunque obbligatorio andare da un carrozziere, che si prenda la responsabilità di certificare che il veicolo può circolare anche se danneggiato oppure – in caso contrario – di negare l'idoneità alla circolazione. Tutto ciò ha svariati annessi e connessi e va ben studiato per evitare flop e contenziosi. Ma forse vale provarci.