Convengono le gomme invernali se non fa freddo e non c’è neve? Dipende

Che cosa succede con le gomme invernali quando non fa poi tanto freddo o addirittura fa caldo? Conviene montarle a chi abita in zone dove nevica raramente? Sarà vero che il loro costo è praticamente zero, perché l'onere dell'acquisto è compensato dalla mancata usura delle gomme estive, lasciate "a riposo"? Tutte domande più che legittime, dopo aver letto nel post precedente a questo gli indubbi pregi delle invernali su neve e ghiaccio. E allora vediamo di rispondere.

Le gomme invernali negli ultimi anni sono talmente migliorate che vanno meglio delle estive in qualsiasi condizione di fondo stradale, quando la temperatura ambientale è inferiore a 7 gradi. Merito soprattutto della mescola, che ha un maggior contenuto di silice e per questo è più morbida e aderente. La demarcazione termica, però, non è netta: nella fascia a cavallo dei 7 gradi, le differenze tra invernali ed estive sono molto sfumate.

Probabilmente contribuisce a questa sfumatura anche il tipo di asfalto. Credo sia per questa ragione che, durante il seminario di approfondimento con stampa e istituzioni organizzato da Pneumatici sotto controllo, abbiamo assistito a una fiera disputa tra Enrico De Vita, ingegnere-bandiera del giornalismo dell'auto, e un tecnico di Assogomma. Enrico sosteneva che utilizzare una gomma estiva d'inverno non causasse un maggior consumo del battistrada, il tecnico citava uno studio che dimostrava il contrario. In sostanza, il contrasto era tra la tesi classica secondo cui una gomma più dura (l'estiva, in questo caso) si consuma di meno e l'osservazione che un battistrada duro ha avuto un maggior sfregamento sull'asfalto, che porta al distacco per abrasione di una maggior quantità di materiale (come una gomma per cancellare sulla carta). L'idea che mi sono fatto è che potessero avere entrambi ragione: semplicemente, l'estrema sofisticazione del prodotto e la quantità di variabili in gioco (temperatura, rugosità dell'asfalto, pressione della gomma eccetera) possono combinarsi in tanti modi da rendere arduo trarre una conclusione valida universalmente. D'altra parte, succede anche nelle corse: si può vincere o perdere per merito o colpa delle gomme, che si rivelano più o meno adeguate alle condizioni che si trovano sul tracciato. E, nonostante queste ultime siano in una certa parte prevedibili, non è raro che si sbagli a scegliere le gomme, segno che le variabili sono davvero tante.

Restando in tema di consumo, c'è chi dice che la silice delle invernali regge bene anche alle temperature primaverili e addirittura consiglia di tenerle anche dopo la fine dell'inverno se sono vicine a quel limite di tre millimetri di profondità del battistrada aldisotto del quale sarebbero comunque troppo usurate per affrontare la successiva stagione fredda. Il ragionamento certamente non vale se c'è ancora abbastanza battistrada: utilizzarlo anche col caldo significa rischiare di deformare con l'alta temperatura quei preziosi intagli che sono le lamelle ricavate nei tasselli del battistrada e disegnate finemente per catturare la neve (condizione necessaria per avere aderenza sui fondi difficili).

Altri parametri da tenere in considerazione sono la possibilità di avere un box per riporre il treno di pneumatici che non si utilizza (salvo affidarlo in custodia al gommista, cosa che non è gratuita) e la differenza di prezzo tra l'estiva e l'invernale. Infine, chi ha le runflat (non facilissime da reperire sul mercato del ricambio nemmeno in versione estiva, almeno in certe misure) potrebbe avere difficoltà a reperirne la versione invernale.

  • almerindo |

    Invernali si…invernali no. E’ un vecchio discorso superato dall’irrazionalizzazione del mercato.Per cui pur di “vendere” i pneumatici ne sono stati creati di varie tipologie che non sono certamente tra loro fungibili. Fino a 30anni fa ogni produttore aveva in listino molti meno modelli, tant’è che esaurito il treno di gomme di prima fornitura dell’auto o si ricomperava lo stesso tipo o si sceglieva il 4 stagioni, che in alcune regioni meridionali della penisola e nelle isole rimane ancora la scelta + “azzeccata”. Noi
    nordici invece a volere essere meticolosi e un po’”piocioni” dovremmo avere addirittura ben 3 set di pneumatici diversi per la ns. vettura: le estive da utilizzare da primavera alla fine dell’estate; le “invernali” da montare per l’autunno/inverno e infine quelle da “neve” che essendo ben lungi per via della tipica scolpitura da quelle anzidette, urgono senz’altro in caso di nevicate abbondanti e a chi pratica le strade di montagna.

  • andrea105 |

    in questi giorni, con temperature sui 12 gradi, ho dovuto usare l’auto con le gomme termiche (perchè l’altra – con gomme estive- serviva a mia moglie);
    ebbene la tenuta di strada (a parità di tragitto, con rotatorie, cavalcavia curvilinei ecc…) mi è sembrata peggiore rispetto al mese scorso (temperature tra -5 e + 5 gradi), quindi ho ridotto la velocità sotto i limiti astrattamente consentiti;
    del resto non ha senso tornare alle estive a febbraio, tra qualche giorno le temperature possono scendere…

  • 59raf |

    Gli “ipotetici” elementi di discussione sull’argomento mi lasciano molto perplesso.
    Abito a Milano e in casa abbiamo 2 auto col le gomme da neve
    1)Le invernali si usurano + delle estive.
    2)Le invernali consumano + delle estive.
    Entrambi i punti sono talmente evidenti in quanto la macchina lanciata in folle si ferma molto prima con le invernali …..ed il fenomeno si accentua al crescere della temperatura. Che poi il limite sia a 7 gradi o 8 gradi poco importa.
    3)Gestire le invernali costa mediamente € 40 x 2 (inizio inverno e fine inverno)+ eventuale rimessaggio € 30 dal gommista .
    In conclusione, avere le invernali e’ sempre un costo (e non c’e compensazione con il risparmio sull’usura delle estive che tenga)che uno paga per coprirsi da un possibile evento negativo(la neve ed i costi he ne possono derivare) ….. e’ come un’assicurazione.
    E’ chiaro il perche’ Assogomma consigli di montare le invernali anche a Ferragosto …….

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