Ma è troppo chiedere al gruppo Fiat di selezionare le agenzie di pubblicità imponendo anche un minimo di competenza sulla sicurezza e l'educazione stradale? Me lo chiedo dopo aver visto le anticipazioni dei fotogrammi del nuovo spot della Lancia Musa, che stanno facendo notizia perché la testimonial non è più Carla Bruni bensì Elisabetta Canalis. Perdonate la misoginia, ma a me fa più effetto il fatto che anche la Canalis è ritratta seduta dietro senza cinture e, in offerta speciale, anche col poggiatesta non regolato (sta nella posizione disegnata per non influire sulla visibilità del conducente quando dietro non siede nessuno, una posizione che non solo non protegge, ma dà pure fastidio al collo). Lo stesso errore fatto per lo spot con Carla Bruni. Il tutto a poche settimane da un altro spiacevole dubbio sorto sulle bambine dello spot della Giulietta.
Mi direte che sono pedante. E, soprattutto, mi farete notare che l'immagine della Canalis potrebbe essere solo un fotogramma di una scena ripresa a vettura ferma, mentre magari nello spot poi la testimonial si vedrà regolarmente allacciata. Mi auguro che sia davvero così. Ma intanto, che cosa sarebbe costato divulgare un fotogramma in una Canalis con la cintura? Ci vuole così tanto a pensarci?