Con neve e ghiaccio “divieto” di sorpasso se avete l’Esp. E, se chi viene di fronte ha l’Abs…

Avete mai pensato al fatto che, con neve e ghiaccio, anche il sorpasso più facile può trasformarsi in un incidente frontale? Succede così: vi vedete davanti un veicolo che va a passo d'uomo, valutate (senza nemmeno tutti i torti) che i vostri 30 km/h sono una velocità adeguata e quindi uscite in sorpasso. Ma, come nota il pilota Siegfried Stohr nella sua newsletter Guidarepilotare di stamattina, un minimo di accelerazione vi servirà e, su fondi così viscidi, non è improbabile che il controllo elettronico della trazione (generalmente incorporato nell'Esp, sono rare e poco recenti le auto che ce l'hanno "nudo e crudo") tagli l'erogazione di potenza (sente le ruote slittare) e vi lasci senza motore sulla corsia di sorpasso. A quel punto, tutto dipenderà dalla distanza rispetto a chi viene di fronte, che a sua volta molto probabilmente non potrà contare sui freni (anche il suo Abs sentirà le ruote slittare e ridurrà la pressione nell'impianto).

Stohr risolve il problema disinserendo parzialmente l'Esp, ma chiarisce che lui guida Bmw (marchio fornitore della sua scuola di guida sicura), cioè alcune tra le poche auto sul mercato che consentono questa operazione (la funzione Dtc corrisponde a un Esp pieno e si può parzializzare scegliendo col bottone a centro plancia la Dsc che limita lo slittamento agendo solo sui freni ma lasciando libero l'acceleratore). Per gli altri, Stohr stesso ricorda la vecchia regola aurea: "Nel dubbio, non sorpassare".

Discorso analogo per l'Abs di chi viene in senso contrario: solo in pochi casi è previsto un bottone che lo disinserisca. Nei primi anni di diffusione dell'Abs, quando lo si vedeva con timore reverenziale, sotto la neve qualcuno con auto senza bottone si ricordava di aprire il cofano e staccare il filo dell'Abs. Ma oggi che l'auto è trattata come un elettrodomestico, il libretto di uso e manutenzione non si legge e il cofano motore non si apre più nemmeno per rabboccare il lavavetro?

  • marco |

    Sottoscrivo in pieno ed in particolare le Sue risposte al lettore Gianni, ma devo aggiungere che tutto questo e’ bello in teoria, alla luce del momento economico e della realta’ di giovani che limitano sempre piu’ le percorrenze al volante, e quindi l’esperienza, il corso di guida sicura e’ un giocattolo per ricchi senza nessuna possibilita’ reale di diffusione significativa.
    Discorso conseguente per i dispositivi disinseribili, sulla mia BMW il dsc a pulsante c’è, e fu uno dei buoni motivi per sostituire quella che avevo prima che andava benissimo ma non lo aveva, ma quanti sono stati addestrati ad usarlo appropriatamente?
    Io gli ABS li ho collaudati in pista, e so bene che se non si da’ piu’ la possibilita’ di disinserirlo dall’abitacolo il motivo e’ proprio questo.
    Buona quindi l’ultima del bravo S. Stohr, state manzi in colonna ed amen….oppure fate come faccio io che ogni anno faccio 1.000 km in piu in aereo e 500 in meno su strada (costa anche molto meno..)!

  • Gianni |

    Sig. Maurizio Caprino, non capisco perchè non ha pubblicato la mia risposta. Il suo atteggiamento mi ha profondamente deluso.
    [risponde Maurizio Caprino] Perché l’ho vista solo mezz’ora fa e stavo semplicemente scrivendo la mia controrisposta. Non posso seguire tutto minuto per minuto (purtroppo sono pagato per fare altro). Come regola, comunque, pubblico tutto tranne le palesi turpitudini e le intemperanze ingiustificate.

  • No name |

    Mi sembra un’analisi sempliciotta e allarmista. L’esp non “lascia senza motore” bensì taglia l’erogazione di potenza se le ruote stanno slittando: quindi resta senza motore – e a proposito – solo l’idiota che affonda l’acceleratore scatenando cavalli in eccesso su un fondo delicato come la neve gelata. Intervento appropriato, visto che il mancato taglio porterebbe inevitabilmente a pericolosi pattinamenti con conseguenze immaginabili per l’utente immaginabili per l’utente comune che non guidi come Stohr.
    Idem dicasi per l’Abs: basta usare il pedale con attenzione, valutandone le reazioni (gli “scatti” sotto il piede), per realizzare una decente frenata a bassa velocità sulla neve. Anche qui l’effetto “frenata a vuoto” può verificarsi solo per l’idiota che si limita a premere a fondo il pedale senza neppure rendersi conto di essere sulla neve.
    Ho sempre rifiutato di fare corsi, guido saltuariamente sulla neve, ma garantisco che l’unica situazione vagamente prossima a ciò che segnala Stohr me la sono “andata a cercare” usando su fondo semi-gelato una vettura a cambio automatico con gomme estive. In quel caso il problema non risiedeva nei dispositivi elettronici ma nella mia ottusaggine nel voler viaggiare in condizioni estreme con un mezzo del tutto inadatto!
    [risponde Maurizio Caprino] In alcune situazioni un minimo di pattinamento aiuta. Dipende sempre dall’aderenza, che sfortunatamente cambia di metro in metro (e per questo in linea di massima – un caso non è mai come un altro – i dispositivi elettronici sono superiori all’uomo, anche a un pilota). E a me è capitato di restare completamente senza freni e di tamponare (a 20 km/h in autostrada). Avrei dovuto avere le gomme invernali? Era il 1993 (epoca in cui notoriamente le invernali non erano plurivalenti come quelle di oggi) ed ero a 5 km da Bari, dove dall’indomani avrei dovuto riporre quelle gomme in cantina. Avrei dovuto montare le catene? Trazione ce n’era ancora un po’ ed eravamo tutti in scia allo spazzaneve, per cui avrei rischiato solo di rovinare gomme e asfalto. Semplicemente, l’aderenza cambia metro per metro…

  • vittorio zanni |

    la mia skoda roomster (sempre tedesca, no? 😉 ha l’antislittamento ASR, non so cosa vuole dire… ma mi sembra di aver capito dal manuale dell’auto che se monto le catene devo disinserirlo (c’è un bottone apposito sulla plancia). va tolto anche sulla neve (senza catene)?
    [risponde Maurizio Caprino] L’Asr serve a limitare il movimento delle ruote motrici quando pattinano (perché si è dato troppo gas rispetto a quanto consente l’aderenza). Tendenzialmente senza catene va mantenuto, perché se l’auto riesce ad andare avanti vuol dire che l’aderenza non è ancora al massimo della criticità ed è bene mantenere l’aiuto elettronico che la vettura normalmente offre. Se invece non c’è altro modo per andare avanti, disinserire l’Asr permette di far pattinare le ruote di quanto basta per tentare di ripartire con questa tecnica.

  • Gianni |

    RE per Maurizio Caprino. Il corso di guida sicura che lei ha fatto, anche se è stato utile, è avvenuto sul circuito dove la strada è grande come una pista per aerei, e in senso contrario non viene nessuno. Immagini di eseguire le stesse manovre su una strada normale o ancora peggio su una strada di montagna? Riguardo alla mia esperienza di guida le dico solo che ho fatto l’autista di autotreni per circa 30 anni, prevalentemente nei paesi del nord europa e paesi dell’est europa. La media dei km percorsi èra di circa 180.000/200.000 anno.
    [risponde Maurizio Caprino] Ho fatto corsi sia su piste da corse sia su piazzali attrezzati e anche per questo scrivo che ci sono corsi e corsi (dipende pure dall’approccio che hanno gli istruttori). Ma se il corso è fatto bene garantisco che serve. Per esempio, un bravo istruttore vi dice che prima del vostro arrivo ha ripetuto persino lui l’esercizio. Non perché sia un brocco disallenato, ma perché l’aderenza dell’asfalto (a lui ben noto, perché è lo stesso su cui lavora tutto l’anno) può cambiare secondo temperatura e umidità. Quindi la ricognizione serve per tarare l’esatta velocità cui far arrivare oggi l’allievo per ottenere gli effetti voluti e parlarne insegna che pura la vostra solita strada può cambiare, anche se non ve ne siete mai accorti per trent’anni e nemmeno sospettate che possa accadere (ma magari al bar disquisivate di gomme morbide e gomme semimorbide per commentare il gran premio di formula 1 che avevate appena finito di vedere in tv).
    Il problema vero del non fare le cose direttamente su strada (cosa peraltro impossibile) è che in certi esercizi la situazione di emergenza va provocata e quindi è contro natura. Ma anche questo serve per capire come non infilarcisi.
    Andando più specificamente sul punto dell’esperienza di guida, si possono percorrere anche milioni di chilometri, ma senza mai incontrare nemmeno un pericolo vero: nei miei primi 13 anni di patente (certamente più di mezzo milione di chilometri) ne ho viste anch’io, ma per fortuna il pericolo improvviso o era a una distanza sufficiente per frenare o, quando era vicino e non visibile e quindi non mi ha dato nemmeno il tempo di pensare come comportarmi, era un animale o un pneumatico che ha solo ammaccato l’auto. Fosse stato qualcosa di più consistente, non me la sarei cavata così a buon mercato, con buona pace dell’esperienza su strada (che, intendiamoci, pure serve e dev’essere il necessario completamento di quella su pista, tanto che su questo battevo quando lavoravo a “Quattroruote” e si organizzavano i corsi sulla pista di Vairano).

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