Dietro la facciata del grande successo del Tutor, ci sono contrasti tra aziende per sfruttarlo economicamente o mettere in commercio sistemi analoghi basati sul rilevamento della velocità media. Probabilmente, tutto nasce proprio dall'efficacia di questi sistemi, che ne fa prevedere un'adozione sempre più massiccia in futuro e quindi un mercato sempre più interessante. Così il 20 dicembre c'è stata la prima udienza dell'appello della causa fatta dalla Craft (piccola azienda dei dintorni di Firenze) contro Autostrade per l'Italia, che avrebbe progettato il Tutor copiando proprio un suo brevetto. Si dice poi che lo stesso gestore autostradale abbia da lamentarsi con fornitori di parti del Tutor perché ne vorrebbe l'esclusiva. E all'orizzonte potrebbe esserci un altro contenzioso sul Celeritas, l'unico sistema alternativo al Tutor finora omologato in Italia.
Questioni delicate e scivolose, perché le norme non possono imbrigliare la scaltrezza di aziende che operano da tempo in settori dove l'innovazione è tutto e quindi è difficile distinguere un plagio da un progetto che ha qualche elemento di vera novità: per passare dal torto alla ragione, basta cambiare sapientemente qualche dettaglio.
Per questo, incerta appare anche la vicenda che finora appare come la meno nebulosa, quella della causa intentata dalla Craft ad Aspi. La piccola azienda fiorentina punta il tutto per tutto, schierando anche grandi avvocati. Ha perso in primo grado nel 2009, ma non demorde e sostiene che le innovazioni apportate da Aspi siano solo una "contraffazione per evoluzione" (espressione elaborata dalla dottrina e dalla giurisprudenza per individuare i casi in cui chi copia lo fa talmente bene da camuffare il plagio sotto un'apparente novità che è solo un mero miglioramento o cambiamento funzionale di ciò che è già sotto brevetto). La novità sta nel fatto che la Craft prevedeva di poter riconoscere i veicoli (cosa necessaria per poter calcolare la velocità media di ognuno) tramite telecamere, mentre Aspi ha aggiunto spire annegate nell'asfalto (che consentono – anche se con qualche limite – di distinguere i mezzi pesanti, applicando quindi i limiti di velocità più bassi in vigore per essi).
La Craft fa valere anche il fatto che Aspi aveva presentato una richiesta di brevetto per il Tutor, poi ritirata. Durante la causa di primo grado, Aspi ha spiegato quel ritiro col fatto che c'erano altri brevetti analoghi (quindi non solo quello Craft), alcuni dei quali sembrano però riguardare sistemi obiettivamente diversi. In ogni caso, la giurisprudenza in casi del genere è davvero molto incerta. Staremo a vedere.
Intanto, dobbiamo ricordarci che il Celeritas non ha spire a terra: riconosce i veicoli solo con telecamere. Proprio come nel brevetto originale Craft. Che stia per arrivare un ricorso anche contro l'aziendina di Viterbo che l'ha omologato o il grande gruppo Finmeccanica che l'ha preso sotto al propria ala?