Come vi sentireste se foste in atterraggio a Linate con la solita nebbia di stagione e si sentisse squillare un telefonino giusto un minuto dopo che il comandante ha invitato tutti a ricontrollare che sia tutto spento perché non si vede quasi nulla e saranno solo le apparecchiature automatiche a riportarvi a terra? A me è capitato ieri mentre – ironia della sorte – stavo andando a Milano col primo volo da Bari del mattino a ritirare il premio giornalistico dell'assicurazione Direct Line sull'educazione stradale (appena ho un attimo vi racconto) e devo dire che non ho avuto paura. Non tanto perché mi fosse già capitato (anche se in condizioni di volo più tranquille), quanto perché nessuno ha avuto paura: solo chi era più vicino a quel cellulare ha capito senza ombra di dubbio che quel rumore ritmato che veniva dall'interno della cappelliera era in effetti uno squillo e non ha fatto altro che chiamare gli assistenti di volo. Che, a loro volta, sono arrivati senza scomporsi, hanno visto che nessuno sembrava rivendicare la proprietà di quel cellulare, lo hanno cercato nella cappelliera e dopo qualche secondo sono ritornati ai loro strapuntini. Giusto in tempo per tornare ai loro strapuntini nella fase finale dell'atterraggio, che per fortuna è andato bene.
Non sono riuscito a capire se quel cellulare fosse stato effettivamente ritrovato e spento, ma qui il problema mi pare un altro. Suoni che potevano sembrare squilli se ne sentivano da poco dopo il decollo. Dov'ero io, dati anche i rumori di aria e motori, si sentiva più un ronzio, ma il sospetto era venuto anche a me. Ero rimasto tranquillo perché pensavo che tanto, tra assistenti di volo che passavano per il corridoio e passeggeri seduti più vicini al telefono, pensavo che nessuno sarebbe stato tanto superficiale da non segnalare un fatto del genere, se davvero avessero udito uno squillo. Qualcuno si è preoccupato solo dopo l'avviso del comandante e comunque non ci sono state né la concitazione né l'indignazione che ci si sarebbe potuti attendere. Né la denuncia penale che credo sarebbe stata doverosa nei confronti del proprietario del cellulare da parte del comandante. Né gli assistenti di volo si sono curati di identificare questo passeggero "particolarmente sbadato".
Fredda professionalità per non scatenare il panico nei passeggeri o indolenza nei confronti di un comportamento che sarebbe potuto costare la vita a tutti?