La riforma che fa arrabbiare, le ferie e la politica

Apparentemente, la situazione è tranquilla: la riforma del Codice della strada è entrata in vigore, le pattuglie fanno il loro lavoro e i politici sono in ben altre faccende affaccendati. Ma c'è tensione fra i protagonisti della riforma, a molti livelli: l'ho percepito nettamente nelle ultime due settimane. Traendone la conclusione che siamo ben oltre i soliti e già pesanti affanni di quando il Codice viene sensibilmente modificato in piena estate. Giusto per dirvi l'ultima, sul Sole-24 Ore di oggi do notizia di un buco clamoroso nelle nuove norme, che di fatto esenta gli stranieri con auto a noleggio dal pagamento delle multe.

Il fatto è che stavolta le novità sono oggettivamente troppe, troppo importanti e non di rado scoordinate tra loro per poter essere gestite tutte. Con l'aggravante che ad agosto, tranne la Polizia stradale (che ovviamente deve esserci per tutte le emergenze e oltretutto ha il compito di coordinare i servizi su strada), le altre amministrazioni interessate sono tutt'altro che mobilitate. Di conseguenza, i problemi applicativi che emergono giorno dopo giorno sono più difficili da risolvere, il nervosismo regna e l'impressione è che per qualcuno si sia creata l'occasione propizia per regolare qualche conto sospeso, come accade in tutte le umane attività.

Ora ripenso a una risposta datami da Mario Valducci (presidente della commissione Trasporti della Camera e "padre" della sintesi che ha fatto approvare la riforma) nell'intervista pubblicata sul Sole-24 Ore del 2 agosto. Gli avevo chiesto, non a caso, se non temesse gli effetti negativi dell'ondata di novità su chi poi deve gestirne l'attuazione e lui rispose di avere assoluta fiducia nei ministeri. Sapevo che i tecnici si stavano già muovendo per fare almeno alcuni tra le decine di decreti e regolamenti attuativi previsti dalla riforma, ma avevo pure il forte sospetto che alcuni altri sarebbero rimasti in sospeso (come altri in passato) e che comunque la prima fase sarebbe stata dura. Infatti, eccoci qui.

Come abbiamo fatto a ridurci così?

Essenzialmente per due motivi.

1. La fretta di far entrare in vigore la riforma ad agosto, per le solite, discutibili ragioni mediatiche (e di questo abbiamo ampiamente parlato nelle scorse settimane);

2. La presunzione di trattare in una legge (quindi sottoposta a ogni possibile spiffero parlamentare e lobbistico) materie tanto vaste e tecniche che andrebbero riservate al confronto tra gli apparati ministeriali (e tra loro e le lobby, che male c'è?). In altre parole, ci sarebbe voluta una legge delega al Governo per emanare un bel decreto legislativo ragionato, vistato dal Parlamento solo alla fine.

Infatti, è accaduto che tra parlamentari, tecnici ministeriali, lobbisti e altri sul testo abbiano messo le mani troppe persone, l'una all'insaputa dell'altra (talvolta anche volutamente, affinché la lobby avversaria non abbia il tempo di fare le sue contromosse). Si assemblano così parti incompatibili o tra loro o con le norme già vigenti che non vengono modificate. E, quando qualcuno se ne accorge, è troppo tardi: i regolamenti parlamentari, studiati anche per cercare di evitare che i lavori vadano avanti all'infinito, limitano la possibilità di approvare emendamenti su questioni già definite (sia pure male) o non ammissibili anche per altri motivi.

Ad aggravare il quadro ci si sono messi anche contrasti fra esperti di alcol e droga, di cui ho dato notizia sul Sole-24 Ore del 9 agosto. Non ne sono sicuro, ma forse se ci fosse stata una legge delega la discussione tra loro sarebbe stata più serena, senza l'assillo dei vari passaggi parlamentari (anche se comunque le deleghe scadono e quindi alla fine per sbrigarsi si rischia sempre di lasciare qualcuno scontento).

La strada della legge delega, a dire la verità, è stata tentata tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. Poi è naufragata, non so esattamente perché. So solo che sarebbe stato saggio perlomeno inserire nella nuova legge una delega al Governo per correggere entro un anno le eventuali magagne che sicuramente sarebbero emerse (come in effetti stanno emergendo) nel primo periodo di applicazione della riforma. Un po' com'era previsto ed è stato fatto alle origini del Codice, nel '93.

  • antonio menegon |

    Ieri sono andato al Tribunale di Verona, non ci sono strisce bianche di parcheggio,solo strisce blu, un cartello spiega: 30 minuti sosta gratuita successivamente un euro all’ora.
    Ecco bypassate diverse sentenze di Cassazione.
    Ho cercato senza trovare la macchinetta del ticket.
    Ho perso due ore per fare 17 fotocopie e poi andare in cerca della marca per pagarle. Poi ho rimediato un avviso di 38 euro di multa Comune di Verona seguito dalla scritta cancellata a penna Polizia municipale, verbalizzante B matricola 881.
    Sarà un simpatizzante.
    In ogni città che vado, diverse le procedure, chissà come troverà interessante la cosa chi viene metti caso dal Belgio.
    Visto che siamo la patria della cultura,al transito delle ex frontiere suggerirei un cartello turistico con dotta citazione.
    Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.
    Lobby? Nella stesura del nuovo codice, l’uso delle apparecchiature automatiche ad una settimana dalla ratifica suonava così:
    Gli strumenti devono essere gestiti direttamente dagli organi di polizia stradale e potranno essere installati ed utilizzati solo sui tratti di strada individuati dai Prefetti tenendo conto conto del tasso di incidentalità, delle condizioni strutturali, plano altimetriche e di traffico, secondo le direttive del Ministero dell’Interno.
    Una restrizione che sembrava punitiva di abusi precedenti.
    Un emendamento infilato di soppiatto ha così modificato.
    Gli strumenti devono essere gestiti direttamente dagli organi di polizia stradale e potranno essere installati ed utilizzati,”fuori dal centro abitato”, solo sui tratti di strada individuati dai Prefetti tenendo conto conto del tasso di incidentalità, delle condizioni strutturali, plano altimetriche e di traffico, secondo le direttive del Ministero dell’Interno.
    Aggiunto fuori dal centro abitato
    Una sapiente, piccola, insignificante aggiunta ha rovesciato la norma e tolto la restrizione.
    Comuni, Provincie,Regioni e Stato, hanno la stessa dignità e potestà. Non uno, ma ottomila e fischia c.d.s. comunali
    Sindaco, assessore, Comandante di PM tutti impegnati in innovazione e ricerca. Nessuno si lamenti per i parcheggi, può essere multato perchè mangia un panino per strada, perchè fuma, perchè esiste….
    La Noia di Sartre? un vaniloquio di mille anni fa.
    Antonio Menegon

  • Pasquale |

    Complimenti, davvero straordinario. Metto subito link dal mio blog: http://www.studiolegalemadonna.blogspot.com

  • Falbo Domenico |

    Avevo sentore che Lei fosse in gamba. Ne ho avuto la conferma. Ha centrato l’obbiettivo. La invito a leggere il mio post sull’argomento precedente (è in parte collegato).

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