Storie di Comuni/2 – Segrate multa quando gli pare chi non dice chi guidava. Ed è un abuso

L'altra sera ho ricevuto la telefonata di un signore dai modi gentili. Era Franco fabietti, l'ex comandante – ora pensionato - della Polizia municipale di Segrate, il paese dell'hinterland milanese diventato famoso durante la prima raffica di indagini clamorose sulle presunte truffe fatte coi rilevatori semaforici. Fabietti mi ha raccontato uno strascico incredibile di questa storia.

Come tutte le multe fatte in automatico, quella per passaggio col rosso costa punti e viene notificata mandando il verbale a casa del proprietario del veicolo. Per questo, il verbale contiene l'invito a indicare entro 60 giorni che era alla guida, per potergli decurtare i punti. In caso di omessa indicazione, il proprietario va incontro a un'ulteriore multa, di 250 euro.

Nell'ambiente si dice che alcuni Comuni sorvolino su questo, perché mirano solo all'incasso della sanzione principale senza curarsi dei punti. Accuse ancora da dimostrare. Quel che è certo è che alcuni, come la Municipale di Segrate, le multe per omessa comunicazione la mandano in modo arbitrario. Mi spiego.

In questo caso, l'infrazione si consuma alle ore zero del sessantunesimo giorno successivo alla notifica del verbale. Su questo non ho dubbi: mi ero posto il problema già nel 2003, quando nacque la patente a punti, e parlandone con interlocutori qualificati concordammo su questo.

Come per tutte le infrazioni, l'omessa indicazione va contestata al trasgressore entro i successivi 150 giorni. Fabietti, difendendo i multati dei semafori, si è invece accorto che a Segrate si mettono a verbalizzare le omesse indicazioni un un momento qualsiasi, riportando sul verbale la data in cui lo scrivono e non le ore zero del sessantunesimo giorno. Risultato: i 150 giorni li fanno decorrere proprio da questa data, in barba allo spirito del Codice. Chi non se ne accorge paga tranquillamente, anche se i 150 giorni dal momento in cui lìinfrazione è stata materialmente commessa sono passati.

Mi rendo conto che questa modalità operativa può non nascere dalla volontà di abusare dei propri poteri e può invece essere legata alla difficoltà di conoscere in tempi brevi la data di notifica del primo verbale (quello dell'infrazione originaria che comporta la perdita di punti) al cittadino. Ma di fatto questo si configura come un abuso. E chi non riesce a stare nei tempi previsti dalla legge se la prenda con la politica (sia di destra sia di sinistra), che ha voluto la patente a punti senza badare molto alle complicazioni che avrebbe introdotto in una burocrazia fragile e complicata come quella italiana.