Da ieri i vigili di Torino mettono online le foto delle infrazioni accertate dai loro apparecchi automatici: gli interessati dovranno andare sul sito www.comune.torino.it/vigiliurbani, cliccare sulla sezione "Sanzioni" e poi su "Guarda immagine", digitando poi alcuni dati che solo loro conoscono, in modo che possa avere accesso solo chi ne ha diritto. Un modo intelligente per superare gli inconvenienti della legge sulla privacy, che vieta di mandare le foto direttamente a casa del trasgressore, proteggendo la riservatezza sulle sue compagnie ma anche ostacolando chi non è convinto della multa e vuole vederci chiaro. Ma, soprattutto, è un modo per dimostrare serietà: ci sono corpi di polizia municipale che mandano alla gente anche verbali non verificati, che quindi andrebbero annullati.
E invece li mandano lo stesso. Probabilmente perché non verificano nemmeno i fotogrammi come invece la legge imporrebbe loro (gli apparecchi possono essere tratti in inganno o guastarsi e proprio per questo i loro decreti di omologazione dettano precise condizioni affinché dalle immagini ci si possa accorgere del problema), certamente perché confidano nel fatto che il cittadino non glieli vada poi a chiedere. Ho idea che nei prossimi mesi ne vedremo delle belle su questo fronte e, se qualcuno finirà in galera, non ci sarà da stupirsi.
La dimostrazione viene dal fatto che l'iniziativa di Torino è tra le poche analoghe che ci sono in Italia: l'esempio di Perugia, che è stata tra i precursori già qualche anno fa, è stato seguito da pochi. Non credo sia solo perché mettere tutto sul web costa: tutte le spese collegate alla notifica sono messe direttamente a carico del destinatario, come prevede l'articolo 201 del Codice della strada senza prevedere alcun limite.
P.S.: grazie a Francesco Matera per avermi segnalato la notizia!
P.P.S.: a chi continua a non voler vedere l'evidenza e a denunciare per slogan che tanto sui giornali trovano cittadinanza, segnalo che nel 2009 l’autovelox di corso Regina Margherita ha registrato 44.606 infrazioni, cioè meno di metà delle 97.137 del 2008. Quindi, la gente si adegua. Quindi, alla fine pure i furbi devono arrendersi, da ambo le parti: sia tra i "piloti" sia tra gli amministratori comunali che vogliono far cassa. Certo, Torino è un esempio virtuoso perché gli apparecchi sono stati piazzati con molta evidenza e perché i limiti sono fissati con ragionevolezza (quello su corso Moncalieri è stato alzato da 50 a 70). Ma a lungo andare questo succede ovunque: chi fa cassa ci metterà qualche anno in più e magari nel trattempo si terrà pure alcuni incidenti in più, ma a regime prima o poi ci arrivano tutti.