Lo spray che impedisce all’acqua piovana di fermarsi sui vetri funziona: un test pubblicato su “Quattroruote” di novembre ha dimostrato che, stendendo questo prodotto sulle superfici vetrate, la visibilità resta buona, tanto che i tergicristalli di fatto diventano necessari solo per pulire il parabrezza quando si prendono gli schizzi dai veicoli che precedono (e comunque anche in questa circostanza si vede meglio rispetto a quando il tergi agisce su un vetro non trattato con lo spray). “Quattroruote” riferisce dello studio di un’università americana secondo cui, aumentando la visibilità, migliorerebbe pure la sicurezza. Io però non ne sarei troppo convinto: dall’esperienza dell’asfalto drenante si è visto che ci sono pure controindicazioni.
Infatti, anche in questo caso si vede di più (l’acqua viene assorbita dal manto stradale e non schizzata dalle ruote), ma proprio la maggior visibilità induce ad andare più forte, mentre vedere poco mette a disagio e stanca, obbligando alla prudenza. Questo succede perché purtroppo noi esseri umani siamo tarati per regolarci in base a ciò che percepiscono i nostri sensi. Se l'occhio non è disturbato dagli schizzi e la diminuzione di aderenza che la pioggia comporta su asfalto bagnato non si nota se non durante una sbandata o un aquaplaning (cioè troppo tardi), si finisce per guidare come sull'asciutto pur non potendo permetterselo. Così al primo piccolo imprevisto arriva l'incidente.
Per ricordarci di come cala l'aderenza quando piove, appena vediamo l'acqua facciamo mente locale su come tende a slittare la nostra auto sul cemento di un autosilo o di un parcheggio sotterraneo quando vi entriamo con le ruote appena bagnate provenendo da una strada esposta alla pioggia.