La tua polizza è in classe 1? Paghi molto lo stesso

Sul Sole-24 Ore di oggi vi racconto che sta per crollare un'altra certezza per gli automobilisti italiani: quella del bonus-malus. Certo, la maggior parte delle polizze Rc auto continua a funzionare secondo questa formula, ma le compagnie – anche per reagire alle incongruenze tecniche dell'ultima lenzuolata Bersani – nel fare le tariffe fanno contare sempre meno la classe di merito e sempre più i vari parametri di personalizzazione. Così, per esempio, un giovane può arrivare a pagare anche il quintuplo rispetto al padre per la stessa vettura, nonostante Bersani abbia imposto alle compagnie di riconoscergli la stessa classe di merito.

L'argomento è tanto piaciuto ai piani alti del giornale che si è deciso di metterlo in prima pagina. Ma lì c'è spazio solo per testi brevi (in questo caso 46 righe, la stessa lunghezza che all'interno si dà ad articoli secondari) e quindi non ho potuto scrivere tante cose. A cominciare dal fatto che un giovane cui non si possono applicare i benefici della lenzuolata paga ancora di più (anche se non sono poche le compagnie che applicano la maggior parte dell'aggravio a prescindere da Bersani e cioè in relazione alla sola età).

In ogni caso, com'è emerso anche un paio di settimane fa in una pagina che ho scritto per Il Sole-24 Ore Sud, al fondo di tutto c'è il fatto che dopo 15 anni le compagnie sembrano aver perso ogni remora a sfruttare tutte le ampie possibilità di personalizzazione delle tariffe che la liberalizzazione introdotta nel '94 consente. In fondo, è una cosa che abbiamo voluto tutti. Ma che dimostra quanto dietro parole che generalmente suonano bene (come appunto "liberalizzazione") ci siano fenomeni complessi che vanno ben governati: gli aspetti negativi non mancano in alcuna cosa di questo mondo e bisogna sempre lavorare per minimizzarli. Infatti, spingendo sulla personalizzazione, diventa inevitabile che gli assicurati più a rischio vengano penalizzati non con tariffe più alte com'è oggi, ma con tariffe fuori dalla loro portata. Infatti, checché se ne dica sul fatto che ogni compagnia persegue una propria strategia, quando un buon numero di esse inizia a scremare la clientela con la personalizzazione gli assicurati peggiori tendono a concentrarsi verso le poche assicurazioni che non li stangano oltremodo. Ma così queste compagnie diventano a lungo andare il ricettacolo del peggio, cosa che fa andare in tilt i loro conti. A meno di non iniziare a dare stangate anch'esse. Ma a questo punto il rischio è che ancora più gente rispetto a oggi evada l'obbligo di assicurarsi per la Rc auto, con conseguenze sociali potenzialmente devastanti. Specie al Sud, dove i sinistri sono tanti (anche gonfiati dalle truffe) e i soldi della gente pochi.

Badate bene: formalmente tutto ciò che ci porta verso questo baratro è legale. Ogni compagnia ha il solo vincolo di fissare tariffe coerenti con le sue statistiche sulla sinistrosità e ci sono professionisti terzi (attuari) che controllano, anche se è lecito chiedersi sulla base di quali dati decidano le imprese che scoraggiano certi tipi di clientela (per esempio, chi non vuole assicurare i giovani verosimilmente ne ha pochissimi tra i propri clienti, tanto pochi da rischiare di non essere significativi).

Dunque, il sistema va cambiato. Tornano così di attualità concetti limitativi della libertà delle imprese, come "ufficio centrale di tariffazione" (in Francia le autorità fissano loro le tariffe peggiori) e "bad company" (compagnia pubblica creata con l'ausilio di quelle private per coprire i guidatori peggiori). Ne sento parlare da quando ho iniziato a fare questo mestiere (che poi coincide con la liberalizzazione del settore). Ma, soprattutto, essendo difficile abbattere i sinistri (in Italia sono più frequenti che in qualsiasi altro Paese europeo avanzato) occorre diminuire i costi di gestione e di liquidazione. Cosa che le compagnie stanno facendo, ma a prezzo di riparazioni di carrozzeria potenzialmente poco accurate (perché alle carrozzerie offrono trattamenti economici pressoché da fame, ve ne ho scritto a luglio) o di avere uffici di liquidazione poco presenti sul territorio (anche se oggi la telematica fa miracoli). Insomma, occorre trovare un difficile equilibrio.