Radar e sensori ci sono, servono e piacciono. Però non si vendono

Oggi all'autodromo di Vallelunga l'Aci ha ospitato un'iniziativa internazionale per promuovere l'adozione delle tecnologie avanzate di sicurezza sulle auto (eccovi il comunicato Scarica Indagine Aci su acquisto dotazioni avanzate). Parliamo di tecnologie avanzate, quindi non dell'Esp (che diventerà obbligatorio dal 2011), ma di radar che mantengono la distanza di sicurezza, sensori ottici che avvisano se si esce dalla corsia o se si sta subendo un sorpasso da un veicolo che sta nell'angolo morto dei retrovisori e così via. Tutte cose assenti sulla gran parte delle vetture di marchi italiani, anche di prestigio.

A supporto dell'iniziativa, è stata presentata un'indagine fatta in tutta Europa, secondo cui queste nuove tecnologie interessano agli automobilisti, soprattutto se donne. Interessano anche ai tanti che non capiscono bene a che cosa servano e come funzionino. Ma, evidentemente, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: questo interesse non si trasforma in acquisti effettivi. Non mi spiego diversamente il fatto che, a parte pochissime eccezioni (su modelli perlopiù fuori portata per le tasche di un cliente medio e anche medio-alto), questi dispositivi non si possono avere tutti insieme sulla stessa auto. Per esempio, ti interessa il radar? Sull'auto che hai individuato e che te lo offre non c'è anche il sensore di corsia. Non me lo spiego diversamente perché ormai questi dispositivi, pur innovativi, sono una realtà già da qualche anno e quindi dovrebbero essere superati i problemi di approvvigionamento tipici delle tecnologie appena nate (per le quali i produttori dettano alle case automobilistiche le loro condizioni). Questo mi pare il motivo per il quale oggi a Vallelunga si sono esortate le case a fare di più, anche se il comunicato non ne spiega così chiaramente il motivo.

Un capitolo a parte temo meriti l'Italia: secondo un'altra indagine recente dell'Aci, da noi l'interesse per i dispositivi di sicurezza è basso. Dobbiamo quindi aspettarci che le tecnologie avanzate saranno messe in listino in Italia con la stessa lentezza di quelle che le hanno precedute (Abs, Esp eccetera). Quindi per qualche anno saranno optional su modelli che in Paesi nordici le offriranno di serie. E' il solito circolo vizioso: la gente non le apprezza, le case non rischiano nel proporle di serie e si continua così fin quando i costi industriali e l'evoluzione delle norme non portano a un'adozione di serie.

  • Fabrizio |

    Il problema dei dispositivi di sicurezza e dei radar secondo me va tenuto separato. Mi spiego: a mio giudizio non è vero che i dispositivi di sicurezza in Italia sono poco considerati, forse era così 30 anni fa, ma quando la gente, per sentito dire da amici e conoscenti, ha iniziato a capire che Airbag, cinture e ABS e ESP ti possono salvare la vita, la situazione è migliorata e di parecchio.
    Per me è diversa la situazione per quanto riguarda questi sistemi radar che ti frenano l’auto se diminuisci la distanza di sicurezza e così via. E qui ti dò ragione, il problema è culturale. Credo infatti che l’automobilista italiano sopravvaluti in maniera esagerata le sue qualità di pilota e credo che questa sua sbruffoneria sia insita in particolare nel modus vivendi latino. Non dico che sia giusto, ma credo che sia così. Io pure credo che dovremmo tutti fare un bagno di umiltà come cittadini alla guida di auto e motoveicoli, ma la realtà è questa e purtroppo non giova vedere che dappertutto il cittadino che fa il furbo ha la meglio in tutti i settori e passa indenne le sue impunità. Sarebbe quindi ora che le FF.OO. iniziassero a promuovere una campagna di TOLLERANZA ZERO sulle strade. Spero vivamente che il ministro Maroni e Matteoli si facciano carico di questa iniziativa.

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