“E ora autovelox in città”, si tuona sui giornali. Peccato che non si possa

L'incidente di domenica sul Lungotevere ha attirato l'attenzione dei media e, di conseguenza, del sindaco di Roma. Così sui giornali di oggi si legge dell'intenzione di potenziare i controlli di velocità nella capitale. "Repubblica", poi, ne fa una questione più generale di sicurezza stradale nei centri abitati, ricavandone una doppia pagina. Peccato che, a parte poche e vaghe righe in cui si sintetizza una dichiarazione di un ufficiale, non ci sia traccia del problema principale: se anche si decidesse per la tolleranza zero, occorrerebbe fare i conti con la legge, che di fatto vieta i controlli in pieno centro abitato. Sì, perché l'obbligo di presegnalare gli apparecchi con almeno 400 metri di anticipo e di ripetere i cartelli subito dopo ogni incrocio (Dl 117/07) è impossibile da rispettare in molte parti delle nostre città (compreso il Lungotevere): difficilmente un isolato è più lungo di 400 metri.

Non basta: già dal 2002 (legge 168) sono stati vietati in città i controlli automatici di velocità: se i vigili vogliono contrastare i velocisti, devono organizzare apposite pattuglie. La disposizione nasceva per evitare i soliti abusi per fare cassa, considerando che in città è più facile fermare subito i trasgressori. Ma si rischia di cadere nell'eccesso opposto: se non c'è abbastanza personale, addio autovelox.

Tutto ciò vi dimostra come sia complesso il problema: se lo risolvete da un lato, create danni su un altro.

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  • icaro |

    Non sò se sia la categoria giusta per questo commento che comunque è più una domanda che un commento.
    Leggo oggi su http://www.poliziamunicipale.it che l’Anci concorda con quanto approvato dal parlamento sulla divisione al 50% degli introiti da autovelox tra Forze dell’ordine (polizia Municipale nel suo caso) ed Ente proprietario della strada.
    Allora mi domando io se è giusto che tutti gli introiti rilevati dalla Polizia Stradale lungo la rete autostradale con Tutor ed altri strumenti siano divisi a metà con la proprietà della Società Autostrade che comunque è un soggetto privato.
    [risponde Maurizio Caprino] Attenzione: bisognerà vedere come sarà la formulazione definitiva della norma che verrà approvata (se lo sarà): può essere che la regola della spartizione al 50% valga solo per le infrazioni accertate da corpi di polizia locale
    (e credo che attualmente nelle bozze di emendamento su cui si sta lavorando sia stabilito proprio questo). Se così non fosse, saremmo davanti al classico esempio di come per aggiustare una cosa se na vada a sfasciare un’altra. Infatti, la spartizione è un mero compromesso raggiunto sulla proposta di togliere del tutto gli incassi ai Comuni, per evitare i soliti loro tranelli tesi a far cassa: sottrargli tutto significherebbe di fatto che i vigili non si vedrebbero più in giro (mandarli per strada comunque costa). Ma così si premiano anche i gestori autostradali, che per investire sulla loro rete possono già contare sui pedaggi, e penalizzare la Stradale (che opera in esclusiva sulle autostrade) e ha bisogno di soldi.

  • Fabrizio |

    Io sono per gli autovelox dappertutto, in città e fuori, sulle Statali. Dobbiamo imparare che si va piano e basta. In Toscana è pieno di autovelox fissi, vorrei che anche nelle altre regioni si prendesse l’esempio della Toscana. E’ stupendo vedere SUV da tre tonnellate e 400 CV andare a 50 all’ora nei centri abitati. La prevenzione si può fare, basta volerlo. Al di là degli annunci e delle false ipocrisie di cui questo paese è intriso come la carta oleata lo è d’olio dopo aver fritto le patatine…

  • giancar55 |

    il Decreto Maroni, sull’uso del velox, in realtà ha messo una pezza a questa carente situazione.
    I 400 metri, minimi dove mettere il segnale di preavviso, in realtà non erano previsti da alcuna legge (c’era solo una pronuncia della Cassazione).
    L’attuale direttiva dice chiaramente che il cartello di preavviso deve essere posto a una distanza minima equivalente alla distanza a cui si mette un segnale di prescrizione, ai sensi dell’art. 79, comma 3 del regolamento del codice della strada, ovvero nei centri abitati, limite a 50 km/h, 80 metri.
    [risponde Maurizio Caprino] Giusto, andando a memoria confondevo con la prima circolare, emanata nell’imminenza dell’emanazione del Dl 117/07 e poi non confermata nemmeno dal decreto ministeriale attuativo di 10 giorni dopo, anche se si poteva ritenere che la prescrizione di quella circolare restasse valida. Chiedo scusa a tutti, senza riserve.
    Tuttavia, con la giungla di cartelli (non solo segnaletici…) e incroci che c’è nelle città, è difficile lo stesso. Senza contare che in ambito urbano rendere visibile l’apparecchio non è semplice.

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