Mi pare di avervi già raccontato che tra i produttori di apparecchi di controllo non tira una bella aria. Non solo per le indagini giudiziarie che continuano a riguardare il settore (e che forse oggi stanno ottenendo più eco che vent'anni fa, quando pure si facevano), ma anche per l'obbligo di mantenere visibili i misuratori di velocità con cui si opera: il numero di multe crolla e a lungo andare restano solo i costi, altro che far cassa. Così vi ho raccontato che c'è chi se ne frega e continua a occultare gli apparecchi. Sul Sole-24 Ore Sud di oggi, invece, racconto di una via di mezzo: tenersi visibili ma non troppo, in modo da poter sperare di reggere all'eventuale contenzioso. Ci si riuscirà? Decideranno i giudici. Attendiamo che arrivi un numero significativo di sentenze.
Altro dato interessante emerso mentre facevo l'articolo uscito oggi è come cambia il numero di multe mettendo bene in vista gli apparecchi: su superstrade veloci come quelle pugliesi si arriva a un drastico -70%. E come cambia la sicurezza? Non ci sono cifre precise. Così resto convinto che i risultati siano ottimi nei punti davvero pericolosi: la gente vede il controllo e rallenta come deve. Altrove, invece, la consapevolezza che "tanto l'autovelox lo vedo a distanza" può portare addirittura a un aumento della velocità. Che non sarà pericolosissimo, ma…