Tira una brutta aria tra forze di polizia e produttori di misuratori di velocità. Alle solite polemiche sui controlli fatti solo "per fare cassa" (che peraltro non accennano a calare), si aggiungono le norme recenti e pure quelle future. Quanto alle norme recenti, da agosto 2007 c'è il decreto Bianchi che ha imposto di presegnalare e rendere visibili tutti gli apparecchi, cosa che – secondo gli addetti ai lavori – ha spinto molti Comuni a lasciar perdere, perché gli incassi non coprono i costi (salvo che si voglia violare il decreto continuando a "nascondere" gli apparecchi, cosa che talvolta accade ancora), anche se statistiche precise non ce ne sono (quelle della Stradale sono in aumento, ma fanno poco testo perché i controlli dei poliziotti sono aumentati). Ma ora il Ddl sicurezza stradale in attesa di approvazione definitiva, mettendo una "e" al posto di una "o" nell'articolo 142 del Codice della strada, prescrive che i misuratori debbano essere segnalati non solo con cartelli normali o segnali luminosi, ma con entrambi i dispositivi.
Se questa novità andrà in porto, finirà che saranno multati solo i più sbadati e i più menefreghisti. Gli altri pesteranno il piede, certi che tanto dove c'è l'apparecchio potranno rallentare per tempo. Questo non mi sembra il modo migliore per fare sicurezza stradale, checché ne dicano i fautori dei controlli visibili sempre e comunque. Oltretutto, non è nemmeno ecologico: siamo impegnati in una spesso patetica corsa al risparmio energetico per tagliare le emissioni di CO2 anche di pochi grammi e poi imponiamo di accendere un pannello per ogni misuratore di velocità. Manca solo che si imponga di rendere lampeggiante l'apparecchio stesso…
Va però detto che in troppi casi l'obbligo di presegnalazione del decreto Bianchi (condivisibile o no) era stato aggirato, lasciando lungo le strade centinaia (se non migliaia) di cartelli non seguiti da alcun apparecchio. Così la gente ha imparato che, esattamente come accadeva da fine anni 80, questi segnali spesso non hanno alcun significato pratico.