Quando il segnale sembra messo a casaccio

Eccovi altre due perle della collezione di segnaletica italiana tanto incoerente che sembra messa a casaccio. Una sta al Nord, l’altra al Sud.

Autostrada Torino-Savona, tratto cuneese, dalle parti di Niella Tanaro. A un certo punto, si viene fulminati da un limite di velocità a 40 orari, col pannello integrativo a indicare che continua (nel senso che vigeva già nel tratto precedente). Accidenti! Come ho fatto a non accorgermi del primo segnale? Pensavo valesse ancora il limite a 110 che avevo visto in precedenza, se mi hanno beccato con l’autovelox sono nei guai: 70 orari in eccesso fanno scattare le sanzioni più severe possibili per la velocità (500 euro di multa, 10 punti decurtati e patente sospesa per almeno sei mesi)! Pochi istanti e poi appare il rassicurante segnale di “fine 110”, per cui si possono riprendere i 130. E i 40 minacciosamente indicati poco prima? Chissà… Certo è che non è stata una svista occasionale: proseguendo verso Savona, un’altra quindicina di chilometri e la cosa si ripete. Tale e quale. Ma c’è qualcuno che controlla il risultato finale quando si mettono i segnali? In fondo, non è dispersivo come correggere le bozze di un giornale: bisogna fare attenzione a pochissimi elementi. Qui l’idea di segnali a casaccio nasce dal fatto che sbagliare in situazioni del genere equivale a far uscire un giornale con un refuso nel titolo di apertura della prima pagina (che, almeno quello, è perfetto nel 99,99% dei casi.

Statale Appia, direzione sud, pochi chilometri da Taranto. Curva leggerissima, carreggiata ampia ma con due accessi laterali (uno a destra, l’altro a sinistra, teoricamente inesistente perché la linea di mezzeria è continua) poco visibili giusto all’inizio della curva. Accessi regolarmente segnalati, credo, ma – visto che i cartelli ormai sono poco credibili e vengono ignorati – qualcuno ha avuto l’idea di un “rafforzativo”. Solo che probabilmente lo ha messo in atto piazzando ciò che aveva in magazzino (riecco la casualità) e poteva lontanamente sembrare che facesse al suo caso: un pannello con freccia bianca e nera (cioè un elemento di quelle zebrature che di solito si mettono sulle curve difficili, mentre quella curva è facilissima) sormontato da un segnale di obbligo di svoltare a sinistra. Ma a sinistra c’è solo quell’altra stradina di campagna, teoricamente inaccessabile a causa della striscia continua. Quindi pare di capire che quel segnale sia stato usato al posto di quello con freccia rivolta in basso a sinistra, che di per sé significa “passare alla sinistra dell’ostacolo”. Ma ostacoli non ce ne sono, per cui le ipotesi sono due: o si voleva invitare a convergere verso il centro della carreggiata perché in corrispondenza dell’accesso la strada si stringe oppure si voleva vietare la svolta a destra per imboccare l’accesso che sta poco prima della curva. O c’è un’ulteriore spiegazione che mi sfugge?