La vittima non era allacciata? Diciamolo!

Mi sbaglierò, ma credo che la differenza tra noi e i Paesi migliori quanto a sicurezza stradale stia anche in certi piccoli dettagli che dipendono da noi giornalisti. Così ieri non ho potuto fare a meno di notare un dettaglio della notizia del maxitamponamento accaduto in Austria e costato la vita a una donna.

I miei colleghi austriaci hanno scritto che la donna era stata sbalzata fuori dal veicolo su cui viaggiava, per cui probabilmente non allacciava la cintura. L’esperienza dice che è molto probabile che sia andata così: se sentite i poliziotti che intervengono sui luoghi delle stragi del sabato sera, vi diranno che spesso le cose vanno proprio così. Cito le stragi del sabato sera perché sono gli incidenti di cui i giornalisti parlano di più e in cui (in un Paese dove spesso si viaggia da soli) è più probabile che siano coinvolti veicoli con passeggeri anche sui sedili posteriori (dove l’obbligo di allacciarsi è più ignorato o comunque disatteso).

E allora perché i giornalisti non fanno notare che probabilmente le vittime non allacciavano la cintura, nonostante questo possa contribuire a rendere più consapevole la gente? Intendiamoci, a volte sarebbe ingiusto farlo: per esempio, ci sono casi in cui un cadavere sembra sia stato sbalzato e invece è solo stato adagiato dai soccorritori fuori dal veicolo, quindi si possono prendere brutti granchi. Ma temo che più spesso il silenzio sia dovuto al fatto che nessuno si pone il problema. Per mancanza di cultura e trascuratezza nel fare un mestiere che presto diventa routine. Anche quando è quello che si sognava di fare fin da bambini. E questo forse non è tutta colpa dei giornalisti, ma delle condizioni di stress in cui la ricerca dell’efficienza da parte degli editori li costringe a lavorare.