Da almeno 15 anni si sa che gli inglesi guidano da gentlemen. Non tanto per la loro proverbiale flemma (esisterà davvero?), quanto per il fatto che hanno una densità di veicoli spaventosa rispetto alle strade a disposizione: una situazione simile a quella italiana, ma con la fondamentale differenza che loro hanno capito che essere disciplinati rende il traffico più scorrevole (noi invece cerchiamo sempre la furbata individuale, solo che lo facciamo tutti e così il traffico collassa, con buona pace di quel 34% di giovani che, secondo la recentissima ricerca dell’Università La Sapienza di Roma per conto della Stradale, pensa che le regole creino intralcio).
Ma ora anche gli inglesi cominciano a soffrire: i navigatori satellitari stanno facendo scomparire anche alcune “oasi” di relativa tranquillità.
Il riferimento è a quei paesini dai quali prima passavano solo i pochi veicoli diretti proprio lì e qualche turista senza fretta. Ora, quando le autostrade nelle vicinanze sono bloccate, ci passano tutti quelli che hanno un navigatore satellitare: il dispositivo calcola i percorsi alternativi, facendo deviare chi ce li ha proprio in questi paesini, che stanno diventando un inferno.
I navigatori fanno solo il loro dovere: il vero problema di fondo è la mancanza di un’adeguata viabilità alternativa a quella principale (come in molte zone d’Italia, specie al Nord). Ma i sindaci dei piccoli centri stanno chiedendo ai produttori dei navigatori di eliminare i loro paesini dal calcolo degli itinerari alternativi. Tremo al pensiero di cosa potrà succedere quando se ne accorgeranno alcuni nostri sindaci: la loro fantasia è già molto fertile anche senza navigatori…