Sanzioni lievi sulle superstrade non classificate

Il blocco dei tir ha reso evidenti alcuni “buchi” del Codice della strada. L’altro ieri, in un mio articolo sul sito del Sole-24 Ore, avevo dato consigli di comportamento per chi si fosse trovato in cosa e i lettori più attenti avranno notato che per alcune infrazioni (anche gravi) avevo indicato sanzioni solo in ambito autostradale o di strade extraurbane principali. Non avevo calcato la mano, per non istigare nessuno a violare il Codice creando altri rischi. Ma resta il fatto che l’unica infrazione punita piuttosto severamente anche sulla viabilità ordinaria è la marcia contromano su strade a carreggiate separate. Altre, come la retromarcia, o non hanno sanzione o ne hanno di irrisorie anche quando sono commesse su grandi arterie extraurbane con spartitraffico in mezzo, dove spesso nella pratica si viaggia a velocità pressoché autostradali.
Il motivo è forse il fatto che il Codice era stato scritto col presupposto che quelle strade sarebbero tutte state classificate come extraurbane principali. I fatti degli ultimi 15 anni hanno dimostrato che spesso questo non si può fare, perché i requisiti di classificazione sono piuttosto rigidi e non ci sono soldi per soddisfarli (per esempio, allungando le corsie di accelerazione). Il problema riguarda tante arterie importanti e anche le tangenziali di alcune grandi città (tra cui tutte quelle del Sud eccetto Napoli, Catania e Messina). E uno degli effetti è appunto che qui il Codice prevede sanzioni lievi come se fossero viuzze cittadine o tranquille stradine di campagna. Ma non si può risolverlo, se non aeguando le strade o introducendo fattispecie con sanzioni più severe.