L’incidente di Anagni/1 – Un pensiero per i muratori pendolari del weekend

Oggi all’alba tre colombiani sono morti sull’Autosole presso Anagni: la loro auto è stata travolta da un pullman di pellegrini ed è stato possibile riconoscerli solo dai tesserini d’identità rilasciati dall’azienda torinese per la quale lavoravano. Risiedevano a Bergamo, quindi è possibile che fossero tre fra i tanti operai che ogni venerdì notte attraversano l’Italia in auto o in treno per passare con le loro famiglie 24 ore o poco più (di solito il flusso è inverso: meridionali che tornano dopo una settimana di fatica, come capita per esempio a molti lavoratori del Foggiano nei cantieri dell’Emilia-Romagna).
Dopo una settimana di lavoro, mettersi alla guida nel caos delle autostrade italiane già non è piacevole. Ed è rischioso: il colpo di sonno è sempre in agguato, come dimostrano gli incidenti di cui periodicamente si ha notizia. Stavolta pare che il colpo di sonno (o di distrazione o di imprudenza in mezzo alla nebbia, è ancora da chiarire) lo abbia avuto l’autista del bus. Ma la vita ce l’hanno rimessa sempre i pendolari.

Peraltro, è giusto di ieri la conferma che l’edilizia, sull’asse Nord-Sud, non sposta solo manovali e operai specializzati, ma anche i proventi dei traffici illeciti della camorra, per ripulirli nei cantieri del Nord. In Campania era già emerso da tempo e Roberto Saviano un anno fa aveva lanciato l’allarme in tutta Italia nel suo best-seller “Gomorra”. Ieri è stato scritto in una sentenza.
Non c’entra nulla con la sicurezza stradale, ma ogni tanto aggiungere un tassello in più alla riflessione penso non guasti.

P.S.: quello dei muratori pendolari è un vero e proprio fenomeno sociale. Ve ne accorgete soprattutto quando li vedete in treno, il venerdì e la domenica: tanta gente e sigarette a volontà alla faccia dei divieti. Qualcuno si porta anche casse di birra, che servono sia per bere sia per sedervisi sopra (in quei giorni in seconda classe non ci sono posti a sedere liberi). E le ragazze che viaggiano sulle stesse carrozze vanno incontro a molestie. Tra l’indifferenza del personale di Trenitalia.
Mi sono permesso questa divagazione perché più volte sono stato testimone diretto di fatti del genere.