La visibilità dei controlli di velocità imposta dal decreto Bianchi (si veda anche, tra gli altri, il post che precede questo) rischia di creare un altro problema: lasciare sguarniti alcuni punti pericolosi della rete stradale, salvo farli presidiare da apparecchiature fisse. Infatti, spesso il pericolo riguarda strade dove non c’è spazio per parcheggiare un’auto di servizio in modo visibile. Per esempio, giusto su “Quattroruote” del mese scorso, si vedeva la foto di un vigile urbano barese appostato dietro un cavalcavia di uno dei tratti più pericolosi della SS16, verso Torre a Mare; se anche il vigile avesse scelto di mettersi prima del cavalcavia, sarebbe stato comunque poco visibile, perché lì mancano corsie di emergenza e piazzole di sosta e quindi l’auto di servizio è parcheggiabile solo sulla complanare.
A quel punto, o si mette un bel cartellone direttamente sull’autovelox o ci si rassegna a controllare la velocità solo in corrispondenza dell’unica area di servizio presente su quel tratto (ed è già una fortuna che ci sia). Oppure si installano due-tre postazioni fosse (magari con un solo apparecchio che viene spostato di volta in volta, tanto i guidatori non possono sapere dov’è e ralentano in corrispondenza di ogni postazione), ovviamente anch’esse dotate di un bel cartello.
Ma non ci sono dubbi che le possibilità di controllo siano limitate, quando invece un tratto del genere richiederebbe di aumentarle.