Decreto Bianchi / I Carabinieri salvano le statistiche ma sui loro autovelox è polemica

Oggi sul Sole-24 Ore pubblichiamo i primi risultati del decreto Bianchi a un mese dalla sua entrata in vigore: Polizia stradale e Carabinieri ci hanno fornito i loro dato su incidenti rilevati, infrazioni accertate e numero di pattuglie impiegate. I relativi commenti li trovate sul giornale. Quello che voglio farvi notare qui è la differenza tra i dati totali e quelli della sola Polizia stradale: di solito, quando si scrive su questi argomenti, ci si riferisce sempre a questi ultimi perché sono i più facili da reperire (i Carabinieri non hanno elaborazioni pubbliche giorno per giorno). Ora possiamo fare il paragone e ne emerge che il contributo dell’Arma è stato fondamentale:

per consentire un aumento delle numero di pattuglie complessivamente disponibili rispetto all’agosto 2006 (anche se poi non è chiaro se tutte facciano davvero vigilanza stradale), che invece considerando la sola Stradale sarebbero diminuite;

–    per limitare il calo delle infrazioni per eccesso di velocità rilevate  (anche se ciò ha causato polemiche a livello locale).

Quanto alle pattuglie, le difficoltà di organico della Stradale si sono fatte sentire ancora una volta. Così occorre prendere atto che abbiamo un corpo specializzato ma sottodimensionato, tanto che viene impiegato proporzionalmente sempre meno nella vigilanza stradale. Lo dimostra anche una direttiva ministeriale che di fatto lascia ai Carabinieri le rilevazioni degli incidenti sulla viabilità extraurbana ordinaria, lasciando alla Stradale solo le autostrade e le poche vie di grande comunicazione. Certo, il modello sembra funzionare: le statistiche aggregate (Stradale+Carabinieri) dicono che lo schieramento è aumentato e per legge (articolo 12 del Codice della strada) gli uomini dell’Arma hanno le stesse prerogative degli “stradalini”. Ma è innegabile che questi ultimi hanno ricevuto una preparazione più specifica, che a qualcosa dovrà pur servire (fatte salve le debite eccezioni: ci sono certamente carabinieri che su strada sono più abili degli “stradalini”). Altrimenti – visto che l’attualità ci ricorda che la spesa pubblica deve diminuire – si abolisca direttamente il Caps (la scuola nazionale di specializzazione della Stradale, che è a Cesena).

Vedendo le esperienze dei lettori, sono portato a credere che invece la Stradale vada rafforzata: mi sono capitati casi di incidenti rilevati dai Carabinieri in cui è stato particolarmente difficile ricostruire le responsabilità a causa di alcuni errori commessi dagli accertatori. Non che la Stradale non sbagli, anzi. Solo che almeno ha al suo interno anche risorse per fare sempre meglio: per esempio, uno “stradalino” di Vicenza ha inventato un sistema di ricostruzione degli incidenti in 3D che, se applicato su larga scala, potrebbe risolvere molti problemi.

Inoltre, occorre vedere quante delle pattuglie dei Carabinieri che figurano dulle statistiche sono uscite dalla caserma per effettuare specificamente vigilanza stradale e non anche un più generico controllo del territorio. Certo, un guidatore che veda a bordo strada uomini in divisa muniti di paletta non sa a priori se sono lì per punire infrazioni o per cercare droga e quindi un po’ di effetto deterrente c’è comunque. Ma ormai, specie al Sud (dove il presidio è maggiore), non pochi guidatori hanno capito che spesso Carabinieri e Guardia di finanza hanno altro da fare quando sono appostati e quindi violano il Codice anche davanti a una pattuglia.

Attenzione, però: nelle ultime settimane i Carabinieri hanno fatto di tutto per ricordare che la vigilanza stradale possono farla anche loro (qualche poliziotto maligno dice che sia per “appropriarsi” di un’altra fetta di potere, ma non è questo che c’interessa). Così hanno tirato fuori gli Autovelox che normalmente usavano solo nelle missioni di pace all’estero. Ma a Brindisi ciò ha suscitato polemiche, perché la pattuglia non sarebbe stata visibile come invece prescrive il decreto Bianchi. Non avendo visto direttamente, non giudico. Noto soltanto che, come al solito in Italia, alla fine si rischia che debba intervenire il giudice per i ricorsi dei cittadini.

  • alberto gardina |

    Condivido appieno l’opinione di chi mi precede sulla necessità di riformare i corpi di polizia.
    Troppi corpi di polizia, troppe rappresentanze, troppe segreterie comando, con gerarchie "doppie" e doppi costi.
    In poche parole si potrebbe fare più sicurezza.
    Servirebbe poi operare anche per modifiche legislative tese a garantire certezza alla pena.
    Vecchi e soliti discorsi .
    Chi opera su strada conosce questi punti deboli.
    L’altro punto è accorpare le piccole stazioni, i piccoli comandi e realizzare economie di scala
    Per ogni stazione un piantone: 1000 stazioni 2000 piantoni ( 1 per turno),
    500 stazioni 1000 operatori di polizia in più sul territorio.
    E’ opportuno accorpare anche per questioni di spesa
    Si fa per gli ospedali perchè non è possibile farlo per le forze e gli organi di polizia?
    Ne beneficierebbe l’efficienza del servizio e verrebbero abbattutri i costi fissi ( riscaldamento , affitti bollette varie ).
    I soldi risparmiati potrebbero anche essere dirottati sugli alloggi per gli agebnti fuori sede
    Intanto le polizie locali lavorano a "fondo cieco": alimentano le banche dei ministero dell’Interno e dei trasporti dati ma non possono conoscerne il contenuto
    Così non appaiono nelle statistiche ufficiali e nulla si sa del loro lavoro
    E nelle banche dati del Ministero dei trasporti continuano a non comparire ed a non essere a disposizione delle forze di polizia le anagrafi dei soggeti titolari di patenti
    Se ti fermano il ciclomotore a Firenze e circoli con quel mezzo a Prato… tranquillo, non lo sa nessuno!

  • Antonio Bertocci |

    Bella domanda: è come chiedersi perché negli uffici dei sopramenzionati corpi, a smaltire pratiche e svolgere attività che nulla hanno a che fare con la polizia giudiziaria, ci siano enormi quantità di personale sottratto alle attività di vigilanza. A meno di situazioni eccezionali legate ad attività tecnico-investigative, non si capisce perché le planimetrie degli incidenti o la manutenzione dei veicoli, oppure gli approvvigionamenti non possano essere gestiti da personale "civile", come nel resto del mondo…

    [risponde Maurizio Caprino] Per le planimetrie degli incidenti, basterebbe anche informatizzare gli uffici: gli agenti non perderebbero la competenza, risparmierebbero personale e probabilmente i magistrati ringrazierebbero pure, perché ne uscirebbero ricostruzioni più chiare. Eppure lo hanno fatto solo in Veneto…

  • Boris |

    Domanda: visto che si blatera tanto di sicurezza stradale, e nel contempo si invoca tutti i giorni la riduzione della spesa pubblica, che senso ha avere cinque corpi di polizia nazionale (CC-PS-GdF-PP-CfS) e svariati corpi di polizia locale (vigili urbani, polizia provinciale, polizia locale) che possono fare in certi ambiti le stesse funzioni (come il controllo stradale)? Non sarebbe ora che anche i corpi di polizia venissero assoggettati ad un processo di riforma al fine di aumentarne l’efficienza, diminuire gli sprechi dovuti alle duplicazioni e ridurne il costo? E magari consentendo di aumentare le pattuglie – quindi l’effettivo controllo delle strade – con i risparmi di spesa? O è un tabù parlare di queste cose?

    [risponde Maurizio Caprino] Si vanno a toccare fette di potere, quindi è tabù. Teniamo presente che finora non siamo riusciti a eliminare la duplicazione più clamorosa in campo automobilistico (Aci-Motorizzazione) e che teniamo ancora in vita la magistratura militare anche ora che non c’è più la leva obbligatoria e quindi non ci sono praticamente più processi da celebrare. Figurarsi che cosa potrebbe succedere a razionalizzare i corpi di polizia, per i quali peraltro esiste anche l’"alibi" (per certi versi fondato) che è meglio mantenere la competizione, affinché uno possa anche vigilare sull’operato dell’altro.

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