La pubblicità che distrae / Hanno liberato Bologna. E il resto d’Italia?

Se durante l’esodo estivo siete passati da Bologna, forse non ve ne siete nemmeno accorti. Ma di certo in quella zona avete viaggiato più sicuri del solito: grazie a un blitz del prefetto, non c’erano più i cartelloni pubblicitari abusivi che hanno proliferato per oltre dieci anni, aumentando il livello di distrazione dei guidatori (è stato calcolato che il ritardo di percezione di un pericolo possa dare a 130 all’ora anche gli stessi effetti di quando si viaggia a oltre 350, si veda il post del 26 marzo nella sezione “Velocità” di questo blog). Ma basta uscire dalla provincia di Bologna per ritrovarli: ormai le autostrade del Nord e del Centro Italia continuano a esserne disseminate. Non succede perché la Polizia non fa nulla, ma perché chi mette quei cartelloni è un furbetto. E può essere sconfitto solo se scende in campo il prefetto.

Infatti, l’articolo 23 del Codice della strada (quello che vieta la pubblicità lungo tutte le autostrade, le strade extraurbane principali e quelle ordinarie che sono incluse in itinerari internazionali) è stato più volte modificato per rendere effettive le sanzioni, ma non aveva mai avuto effetti: anche quando si riusciva ad abbattere i cartelloni abusivi, in pochi giorni qualcuno ne montava altri. Perché la multa, pur applicata con zelo dalla Polizia stradale e aumentata nel tempo a 4mila euro, è poco in confronto a contratti da almeno 12mila euro. Inoltre, spesso si riesce a far abbattere il cartellone solo verso la scadenza del contratto: le società che gestiscono il business conoscono bene i trucchetti (cambi d’indirizzo fittizi e ricorsi pretestuosi) per dilatare i tempi. E sanno superare anche il discredito temporaneo che deriva da trasmissioni radiofoniche di denuncia come quelle che feci con Oliviero Beha ormai quasi dieci anni fa.
L’unico modo per abbattere i cartelloni senza lungaggini è quello che col tempo è stato aggiunto all’articolo 23 col comma 13-quater: se ci sono pericolo e urgenza (cioè sempre), l’ente proprietario abbatte e fa emettere un’ordinanza-ingiunzione al prefetto con cui si mettono le spese a carico dei responsabili. Ma finora solo il prefetto di Bologna ha usato massicciamente questa norma, il 26 giugno scorso. Il risultato è evidente: dai primi di luglio, lungo le autostrade che passano da Bologna, non c’è più pubblicità abusiva e, anche quando un cartellone rispunta timidamente, viene abbattuto nel giro di una settimana.
Speriamo si faccia così dappertutto. Anche perché altrimenti ora i cartelloni “scacciati” da Bologna potrebbero “trasferirsi” a Modena e Forlì, rendendo ancora più pericolose quelle zone.