Oggi a Caserta l’Albo nazionale degli autotrasportatori porta la terza tappa della sua campagna per la sicurezza stradale. Come sempre, il tema di fondo è il superamento delle incomprensioni tra automobilisti e camionisti, insegnando ai primi quali particolarità di guida ha un mezzo pesante e quindi facendo capire a chi è al volante di una vettura il perché di certe manovre apparentemente pericolose od ostili verso le auto in sorpasso. Ma il titolo della campagna è “La sicurezza per gemellare l’Europa”. In pratica, sono previste tappe in varie città europee per affrontare via via un problema. Un programma ambizioso e – almeno all’apparenza – costoso. Funzionerà?
Tutto parte dalla considerazione che nell’Europa unita, che peraltro si è data varie direttive per disciplinare la materia delle patenti, gli Stati rilasciano ancora 90 tipi diversi di licenza di guida. E bere una stessa quantità di alcol prima di guidare può essere punito in un Paese e tollerato in un altro: sono ben cinque i tassi alcolemici fissati come soglia di punibilità dai vari Stati Ue. Più comprensibile l’esistenza di limiti di velocità differenti: ogni Paese ha la sua rete stradale e le sue caratteristiche territoriali (montagna o pianura, traffico scarso o caotico, tante o poche autostrade e così via). Dunque, le differenze dovute al territorio non potranno che restare, ma su tutto il resto occorrerà lavorare per trovare un modo di armonizzarsi.
La tappa casertana si rivolge ai giovani. Il “pezzo forte” dovrebbe essere un simulatore di guida, che faccia rendere conto di quanto diverso sia guidare un camion – pur modernissimo – rispetto a un’automobile. Anche se i dispositivi di sicurezza più avanzati che siamo abituati a vedere sulle vetture ci sono anche su camion e bus moderni (Iveco e Mercedes espongono i propri).
Le successive tappe saranno Budapest (dove si parlerà di infrastrutture), Praga (politiche della sicurezza e mercati dei trasporti) e Madrid (informatica e telematica applicate alla sicurezza e ruolo degli autotrasportatori). Città bellissime e temi interessanti, che però occorrerà affrontare con concretezza, offrendo statistiche serie da discutere in profondità. Come spesso non si riesce a fare in occasioni dove si parla di sicurezza in modo istituzionale: per esperienza, so che sembra quasi che ci si preoccupi più di questioni formali che della sostanza. Comunque sia, alla fine un giudizio potrà darlo il Presidente della Repubblica, al quale saranno presentati i risultati della campagna, durante la tappa di chiusura che si terrà a Roma. Tutti gli atti, infine, saranno inviati al Parlamento europeo. Dove – com’è noto – non c’è ricerca che non debba misurarsi con la necessità di trovare accordi politici che soddisfino tutti: i parlamentari, la Commissione Ue, i Governi degli Stati membri e le lobby che (comprensibilmente e, in buona parte, legittimamente) influenzano l’attività di tutti questi soggetti istituzionali. Auguri!