Finora è sempre stato abbastanza chiaro che, in caso d'incidente stradale, l'assicurazione risarcisce sempre (salvo rivalersi sul responsabile del sinistro, se circolava con qualcosa di importante non in regola: ebbrezza, revisione scaduta eccetera). L'unico limite è che doveva trattarsi davvero di un incidente, cioè di qualcosa di più o meno fortuito (anche se legato a una colpa grave). Quando invece c'era di mezzo il dolo, nulla da fare: se si accerta che un guidatore ha investito qualcuno apposta, addio copertura Rc auto e il colpevole risponde di tutto personalmente. Così stava per andare anche a Teramo, nel caso di un 63enne accusato di aver investito volontariamente la suocera un anno fa. A giustificare le accuse, i soliti rancori familiari. Ma la Corte di assise, pur riconoscendo la volontarietà dell'omicidio, ha di fatto chiamato la compagnia assicurativa a pagare, respingendo le eccezioni presentate dai suoi legali.
Un precedente che dovrebbe inquietare non poco le compagnie, già sul piede di guerra perché i giudici italiani sono di manica larga verso i danneggiati, cosa che poi fa aumentare il prezzo della Rc auto per tutti. Certo, poi dovrebbe scattare la rivalsa nei confronti dell'omicida, ma recuperare i soldi non è mai facile.
I giudici di Teramo non si sono fermati qui: tra le parti civili ha pure ammesso l'Aifvs (Associazione italiana familiari vittime della strada), cosa che di solito avviene solo in casi in cui c'è davvero di mezzo la sicurezza stradale in senso stretto. A naso, si direbbe che se qualcuno decide di ammazzare un'altra persona ben individuata e lo fa investendola, probabilmente la sicurezza stradale c'entra solo nel momento in cui viene coinvolto un ignaro passante, cosa che non sembra avvenuta in questo caso. Quindi sarà interessante capire il ragionamento seguito dalla Corte, cosa possibile solo quando tutte le carte saranno depositate.
Così come sarà interessante capire se tutto questo reggerà fino in Cassazione.