Ecco i “veri” tratti più pericolosi. Sono insospettabili

Né sui tratti appenninici pieni di curve difficili né sui rettifili di pianura tanto veloci che qualcuno li percorreva anche a 200 e ora sono stati riempiti di Tutor. Sulle autostrade italiane, sembra si rischi di più quando ci sono curve "inattese", cioè su tratti prevalentemente rettilinei percepiti come facili. Lo dice una ricerca piuttosto seria, quella del consorzio Eurorap tra automobile club nazionali che ha portato a pubblicare ora il primo Atlante europeo della sicurezza stradale. Una ricerca seria perché condotta sugli incidenti di tre anni (2007, 2008 e 2009) tenendo conto sia del loro numero assoluto sia della loro gravità sia del punto esatto in cui sono accaduti. Non a caso, riguarda (almeno per l'Italia) solo le autostrade, perché solo lì sono disponibili dati precisi.

Ne sono usciti peggio tre tratti sconosciuti ai più e ai media: la diramazione Predosa-Bettole (bretella che collega la A7 e la A26 nell'Alessandrino, formando l'itinerario dei milanesi verso la Riviera di Ponente), la parte iniziale della A25 (quella da Torano ad Avezzano) e quella terminale della A14 (quella da Bari a Taranto). Si sono classificati nella fascia più alta di rischio attribuita dai tecnici dell'Aci nell'ambito di una rete autostradale italiana che complessivamente è uscita meglio della rete europea.


Ciò si spiega soprattutto con i dati integrativi forniti dall'Aci, che ha individuato i singoli punti dove sono accaduti più incidenti gravi. Sulla Predosa-Bettole è sotto accusa il km 17, cioè in sostanza lo svincolo che immette sull'A7. Sulla Bari-Taranto fatali (soprattutto per i giovani con meno di 30 anni) sono i km 685 (tra Bari sud e Acquaviva), 718 (tra Gioia del Colle e Mottola) e 743 (lo svincolo finale che immette sull'Appia). Tutti punti accomunati proprio dall'avere curve non particolarmente insidiose in sé, ma che vengono dopo rettilinei su cui ci si rilassa tanto da non dare il giusto peso nemmeno ai segnali "a zebra" (quei cartelli con frecce bianche e nere chiamati dal Codice "delineatori modulari di curva"). A dimostrazione che la sicurezza stradale è un fenomeno complesso: fino agli anni Novanta le "zebre" erano poche e quindi temutissime, poi sono state estese per richiamare l'attenzione su altre curve pericolose ma ora appaiono inflazionate e così per molti sono solo un elemento del paesaggio.

Quanto alla Torano-Avezzano, non ci sono riferimenti chilometrici particolari, ma vengono individuate criticità nella velocità (25% degli incidenti) e nel mese di giugno (in coincidenza con le prime vacanze?). In ogni caso, parliamo di un tratto anch'esso non difficile come una Bologna-Firenze, una Parma-La Spezia e una Salerno-Reggio Calabria (mi riferisco alle parti di montagna), dove perdipiù per chi viene da Roma il traffico si è appena diradato e quindi velocizzato (inizia subito dopo la biforcazione per l'Aquila e Teramo da una parte e Pescara dall'altra). Curiosamente, quando hanno messo il Tutor anche sull'A25, hanno coperto solo il tratto successivo, quello da Avezzano a Sulmona.

A proposito di Tutor, va detto che sulla Predosa-Bettole se ci fosse non risolverebbe il problema, perché negli svincoli non può operare. Sulla Bari-Taranto, qualcuno potrebbe dire che quello è proprio il tratto dove la copertura del Tutor finisce, quindi la gente inizia ad accelerare proprio lì e la disabitudine alla velocità fa brutti scherzi; può essere, ma in realtà il sistema di controllo è stato esteso fino a Bari solo a marzo 2010 e quindi nel periodo considerato nella ricerca (quando la copertura finiva a Cerignola) non si iniziava ad accelerare lì ma un centinaio di chilometri più a nord.

  • peofsz1600 |

    Penso che non si debba esagerare con i segnali e con i limiti: si provoca una serie di falsi allarmi e quando finalmente sono significativi, vengono ignorati. Per non proliferare degli inutili segnali di stop messi dove sarebbe piu’ opportuno (e sicuro) un semplice segnale di precedenza.
    Le mie esperienze di guida all’estero sembrano confermare la mia opinione, non ho mai trovato segnalazioni inutili, mentre in Italia, sia perche’ il gestore della strada si vuole scaricare la resposabilita’ per una cattiva progettazione ed una peggiore manutenzione, fioccano cartelli e limiti assurdi.

  • Paoblog |

    Capita talvolta di vedere in prossimità di certe curve, segnali e/o limiti che sembrano esagerati ed infatti molti arrivano in velocità, salvo poi frenare bruscamente quando si accorgono di come sia fatta la curva.
    °
    Salvo inefficienze, resta il fatto che se c’è quel segnale un motivo ci sarà.
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    Nel dubbio meglio frenare prima, piuttosto che “impastarsi” dopo. Sembra un’ovvietà alla Catalano, ma i fatti (ed i segni sui guard-rail) dimostrano che c’è molta approssimazione in certi automobilisti…

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