Un incidente come tanti, quello che la notte scorsa è costato la vita a una ventenne sulla Tangenziale di Napoli. Così la ragazza è diventata la 95esima vittima della strada di quest'anno nella provincia. Ma voglio parlarvene, perché ancora una volta la vittima sedeva sul sedile posteriore ed era in auto con due amici che sedevano davanti e sono sopravvissuti. A smentire il luogo comune secondo cui i posti più pericolosi sono quelli anteriori. O, più probabilmente, a confermarlo…
Nel senso che chi siede davanti si allaccia la cintura e così si protegge di più rispetto a chi dietro si sente al sicuro e viaggia "libero". Non è una semplice supposizione: lo dimostra il fatto che anche questa ragazza è stata sbalzata fuori dell'abitacolo e si è schiantata sull'asfalto. Perché condannarsi a una fine così orrenda, quando la si può evitare con un semplice clic? Abbiamo perso in questo modo tante ragazze: i maschi di solito guidano, loro sono passeggere e spesso siedono dietro. Magari sono ragazze cui i genitori hanno insegnato a proteggersi dalle altre insidie che la vita riserva a quell'età. Ma la cosa più semplice, cioè la cintura, quella no. Nonostante questo, siamo pronti a indignarci per le campagne anti-Aids che non menzionano il preservativo, ma il silenzio sulle cinture posteriori (rotto solo da poco da un'episodica campagna ministeriale) non lo nota nessuno.
Evidenzio la notizia anche perché la Tangenziale di Napoli è uno dei tratti su cui c'è il Tutor, che ha "fatto miracoli" dimezzando le vittime. Ma non bisogna sbandierarlo troppo forte, perché poi la gente si sente in una botte di ferro e si perdono vite inutilmente. Come la scorsa notte, appunto.
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