Gli incentivi all’acquisto di auto nuove ci saranno davvero, perlomeno nelle aree più inquinate, dove ci sono blocchi del traffico pianificati. Lo ha confermato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dicendo di aver messo a disposizione risorse: non si sa quante né come si intenda impiegarle. Ora la parola passa al ministero dell’Economia, come prevede anche l’accordo per la qualità dell’aria firmato ieri da Costa con la Regione Lazio.
In sostanza, a fronte di estesi blocchi del traffico preventivi che al Nord sono iniziati a ottobre nel Lazio partiranno a gennaio e arriveranno anche in Campania e Sicilia, si pensa a incentivare l’acquisto di vetture nuove poco inquinanti.
Cosa s’intende per poco inquinanti? Non si ancora sa quanto saranno selettivi i requisiti. Ovviamente le case automobilistiche spingeranno per farli riconoscere anche alle nuove diesel Euro 6D, gli ambientalisti si batteranno per ammettere solo elettriche e ibride (su cui presto si aprirà un’interessante partita, ne riparleremo a inizio dicembre).
Si sa solo che nell’accordo col Lazio Costa si impegna anche a rivedere le tariffe del bollo auto, con un meccanismo di bonus malus. Oggi, paradossalmente, sono premiate anche le Euro 4, che si vorrebbe rottamare perché inquinanti: le tabelle tariffarie sono aggiornate al 2007, quanto le Euro 4 erano l’ultimo grido.
Visto che Costa parla di bonus malus, potrebbe arrivare un meccanismo alla francese, basato sulle emissioni di CO2: fissata una soglia, destinata a scendere negli anni, scattano una sorta di superbollo per chi la supera e un premio per chi resta sotto.
L’accordo col Lazio prevede anche che Costa proponga di modificare il Codice della strada affinché, nel fissare i limiti di velocità, si tenga conto anche delle esigenze ambientali. Praticamente l’esatto opposto della posizione della Lega, che ha rilanciato la proposta dei 150 all’ora in autostrada. D’altra parte, qualcosa dovranno pur fare i grillini, saliti al potere anche con i voti ecologisti, per mantenere quel tipo di consenso dopo le varie retromarce fatte nelle ultime settimane sui no alle grandi opere.
Le conseguenze pratiche dell’approccio di Costa sul tema delle velocità possono essere due (e l’una non esclude l’altra):
– abbassare i limiti di velocità generali (come già voleva fare nel 2007 Alessandro Bianchi, portando a 120 quello autostradale);
– fissare criteri per imporre velocità più basse nelle aree più inquinate nei giorni di maggior inquinamento (come, per esempio, si fa da oltre 25 anni sulle circonvallazioni e tangenziali di Parigi).