La scadenza degli sconti sui pedaggi autostradali per moto e pendolari è passata sotto silenzio. Ma è più importante di quanto si possa credere. Certo, i numeri sulle adesioni degli utenti non sono stati esaltanti, forse anche per colpa della rigidità delle condizioni imposte per aderire. Però bisogna pensare che dietro quella degli sconti c’è anche un’altra partita: quella dei caselli completamente automatizzati, che i gestori autostradali cercano di introdurre sempre più. Per risparmiare sul personale, creando però potenziali pericoli almeno in alcune situazioni.
Per ora, i caselli non presidiati sono appena sette. Un’altra trentina resta sguarnita di notte o in particolari circostanze. Ma è evidente che questo pugno di stazioni autostradali è una sorta di linea del Piave che sindacati e gestori si stanno contendendo aspramente: da questa battaglia dipenderà l’esito della guerra sulla riduzione del personale, che ha già visto alcuni esattori “riciclati” in altre funzioni. Tra cui anche quella di ausiliari della viabilità, a loro volta ridotti in alcuni casi, con equipaggi passati da due componenti a uno solo e ulteriori problemi di sicurezza (difficile intervenire da soli in emergenza sul luogo di un incidente o per rimuovere una gomma di tir rimasta sulla carreggiata).
Per questi motivi, da tempo tutti i sindacati di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla Cisal e Ugl Viabilità e Logistica) sono in pressing sulla Svca, la Struttura di vigilanza sulle concessioni autostradali che fa parte del ministero delle Infrastrutture.
Hanno così ottenuto che la Svca stabilisse l’obbligo di presidio per tutti i caselli. Risultato eccellente, se si pensa che parliamo dello stesso ufficio che può fare solo controlli virtuali e che era rimasto praticamente fermo di fronte ai 40 morti del bus precipitato il 28 luglio 2013 da un viadotto con guard-rail di cui ora si sta occupando il Tribunale di Avellino.
L’intervento della Svca risale a oltre un anno fa, ma non ha impedito che nel frattempo il numero dei caselli senza presidio aumentasse. Tanto che il 5 aprile i sindacati hanno inviato una lettera al nuovo direttore della Svca, allegandovi l’elenco aggiornato di queste stazioni.
Nell’elenco c’è anche Sasso Marconi Nord, aperto lo scorso dicembre e non solo non presidiato, ma anche dotato esclusivamente di pista Telepass. Quindi siamo ancora un passo oltre le “Stazioni ad elevata automazione” che abbiamo iniziato a vedere vent’anni fa: nemmeno lì puoi trovare un esattore in carne e ossa cui rivolgerti facilmente in caso di difficoltà, ma almeno puoi pagare con bancomat, carta di credito o anche contanti alle macchine automatiche che trovi al posto della garitta dell’esattore. Se, invece, per sbaglio esci a Sasso Marconi Nord e non hai il Telepass, devi fermarti alla sbarra che non si alza e sperare di non causare un incidente con chi il Telepass ce l’ha e con esso la ragionevole aspettativa di passare senza doversi fermare per colpa tua. Devi anche sperare che non t’investa se ti viene in mente di scendere dal tuo veicolo (cosa peraltro vietata in ambito autostradale, dall’articolo 175 del Codice della strada) per andare alla (vana) ricerca di un addetto che possa aiutarti.
Per la verità, finora incidenti particolari non se ne segnalano. Ma non bisogna sfidare la sorte, anche perché a Sasso Marconi Nord il traffico può creare criticità. A marzo si sono registrati in tutto 153mila transiti. Non tanti in assoluto, ma smaltiti su sole due piste e presumibilmente concentrati nelle ore di punta, perché parliamo di un casello realizzato sotto la pressione delle autorità locali per sgravare gli abitati di Casalecchio di Reno e Sasso Marconi proprio dal traffico dei pendolari, in attesa che si completino alcune opere che dovrebbero migliorare la situazione.
Per sollevare ancora il problema della sicurezza, il 27 giugno i sindacati hanno anche portato il gestore (Autostrade per l’Italia) a confrontarsi con loro in Prefettura a Bologna. I dirigenti Aspi hanno motivato la scelta di far pagare solo con Telepass col fatto che non c’è spazio per ricavare piste per le altre modalità di pagamento. Senonché le piste di Sasso Marconi Nord sono comunque due e l’Italia è piena di caselli altrettanto angusti dove la possibilità di pagare in altro modo è stata comunque mantenuta. Certo, spesso a scapito proprio degli utenti Telepass, ma creando meno pericolo perché lì la segnaletica avverte che le piste sono promiscue.
Che c’entra Sasso Marconi Nord con lo sconto ai pendolari? C’entra perché i pendolari sono stati attirati in autostrada non solo costruendo questo nuovo casello in un punto strategico per loro, ma anche con gli sconti ora aboliti. Che richiedevano di avere proprio il Telepass. Ora, finiti gli sconti, resta solo un’agevolazione: l’esenzione semestrale dal canone Telepass per i residenti di alcuni Comuni della zona.