Guard-rail a rischio – I pm di Firenze arrivano al ministero. Troveranno che i controlli sono virtuali

Finalmente qualcuno si chiede che ruolo ha il ministero delle Infrastrutture nella vigilanza sui gestori autostradali e su quanto siano giustificati i rincari dei pedaggi, che lo stesso ministero concede annualmente. Lo ha fatto il pm di Firenze Luigi Bocciolini, nell’ambito dell’inchiesta che la settimana scorsa lo ha portato a sequestrare le barriere di alcuni viadotti del tratto appenninico toscano dell’Autosole: ha mandato la Polizia stradale ad acquisire carte al ministero sui controlli affidati al “superispettorato” Ivca creato da Antonio Di Pietro nel 2006 presso l’Anas e portato da Mario Monti e Corrado Passera nel 2012 all’interno del ministero col nome di Svca.

Su cos’abbiano trovato i poliziotti, ovviamente, c’è il segreto istruttorio. Però su questo blog abbiamo spiegato mesi fa come funziona: ispettori costretti a dare solo occhiate sommarie alle barriere passandovi accanto con l’auto a 80 all’ora perché nessuno li scorta deviando il traffico, trasferte limitate per carenze di organico, vertici silenti e distratti, lo stesso ministro che fa muro di gomma.

Non è assolutamente detto che tutte queste cose abbiano rilevanza penale, per cui il lavoro di poliziotti e magistrati potrebbe finire in nulla. Anche perché formalmente i controlli risultano effettuati. Dimostrare che vengono fatti male interessa a noi utenti e cittadini per giudicare come vengono spesi i soldi dei pedaggi e come si comporta lo Stato nei confronti dei gestori, ma di qui a configurare reati ce ne passa. E infatti Autostrade per l’Italia ha smentito che le barriere del tratto appenninico siano oggi nelle stesse condizioni che la Polizia stradale ha mostrato nel comunicato emesso il giorno del loro sequestro. Eppure le foto sono state scattate a metà maggio.

Staremo a vedere. intanto, ecco la notizia completa data dall’Ansa oggi pomeriggio.

 

Barriere A1:acquisiti verbali su controlli a ispettorato Mit
Inchiesta Firenze nata da segnalazioni dopo incidente Avellino
(ANSA) – FIRENZE, 3 GIU – Acquisiti dalla polizia stradale di
Firenze i verbali degli ultimi controlli effettuati
all’autostrada A1, tra Bologna e Firenze, dall’Ispettorato di
vigilanza delle concessioni autostradali. L’acquisizione è stata
fatta nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sulle
barriere ‘new jersey’ sequestrate nei giorni scorsi sui viadotti
del tratto appenninico, e che erano in cattive condizioni di
manutenzione o ancorate non correttamente alla carreggiata.
L’ispettorato è un dipartimento del ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) che prima faceva parte
dell’Anas. Ora i verbali con l’esito delle ispezioni tecniche
sull’A1 entrano negli atti di indagine. Tra gli obblighi di
questo organismo ci sono quelli di effettuare due controlli
l’anno all’infrastruttura autostradale per verificare il
rispetto degli accordi da parte della società concessionaria
(nel caso specifico è società Autostrade per l’Italia), anche in
ordine all’allestimento e alla manutenzione.
Al momento gli accertamenti hanno stabilito che, almeno
formalmente, sono stati fatti sia i due controlli del 2013, sia
il primo del 2014, nell’aprile scorso. Altri accertamenti hanno
già stabilito che le barriere di protezione della carreggiata
installate risalgono a un periodo di costruzione e installazione
che va dal 1988 al 1992. L’inchiesta ha già evidenziato che le
barriere ‘new jersey’ sono state trovate con difetti di vario
tipo, tra cui calcestruzzo in degrado ed esposizione dei ferri
in armatura, assenza dei giunti di fissaggio e collegamento,
disallineamento degli elementi. Oggi il pm Luigi Bocciolini di
Firenze, che coordina le indagini, ha affidato l’incarico per
una perizia a un consulente, il professor Giulio Dondi
dell’università di Bologna che procederà con l’esame dei
manufatti sequestrati e probabilmente alcune prove tecniche.
L’inchiesta, coordinata dal pm Luigi Bocciolini, è scaturita
da osservazioni che procura fiorentina e polizia stradale hanno
fatto sull’A1 tra Firenze e Bologna a seguito di segnalazioni
pervenute dopo l’incidente del 28 luglio 2013 a Monteforte
Irpino (Avellino), dove un bus precipitò in una scarpata
dall’autostrada Napoli – Canosa e 39 furono le vittime. Per
quell’incidente venne esaminato lo stato di manutenzione di una
barriera protettiva ‘new jersey’ che, non resistette all’impatto
del bus e precipitò da 30 metri di altezza del viadotto
Acqualonga spezzandosi in più parti.(ANSA).