Il viale conteso tra auto e ciclisti dove la segnaletica è desueta

Finita l’estate, l’Italia si divide in due: il Sud cui il clima consentirebbe ancora vita vacanziera va invece in letargo (salvo poche eccezioni), il Centro-Nord sfrutta il sole fino all’ultimo raggio. Così in questi weekend sulle strade meridionali si respira, sulle altre continuano ad esserci problemi di convivenza tra le svariate categorie di utenti che la bella stagione attira sull’asfalto. A riprova, ecco il racconto del lettore Emanuele Grazzini, dalla Toscana. Ci dimostra che, più che la segnaletica, valgono le consuetudini. Una necessità, in un Paese con strade inadeguate? O uno schifo che si riuscirebbe a evitare somministrando agli italiani robuste dosi di educazione (innanzitutto civica)? Domande non retoriche: le situazioni sono talmente avvitate che, personalmente, non credo esista una risposta valida per tutte.

“Il viale che da Marinella di Sarzana conduce a Sarzana era una bellissima e scorrevole provinciale. Poi qualcuno ha pensato bene di delimitare (con un parapetto di legno) una porzione larga circa un metro e mezzo riservata ai pedoni o ai ciclisti (non si sa).
Accade ora che il sabato e la domenica questa strada si popola di ciclisti della domenica. Siccome siamo in Italia e siamo in democrazia, vale l’acronimo “ofqccv”.
Pertanto, gli automobilisti che raggiungono un drappello di questi, non hanno nessuna voglia di procedere a 30 all’ora su una strada con limite a 70. E quindi sorpassano infischiandosene di chi percorre la strada in direzione opposta, creando numerose occasioni di fare un frontale.”

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    Nel settembre 2014 a Milano è stato riaperto il cavalca-ferrovia di via Breda, dopo i lavori che finalmente permettono il transito in sicurezza per tutti.

    Come dice il lettore predomina il “ofqccv”.

    Pedoni e ciclisti erano decisamente a rischio, tuttavia anche le auto avevano i loro problemi, soprattutto quando arrivavano i soliti imbecilli in velocità (nonostante la strada invitasse alla prudenza) e che quando si trovavano davanti un ciclista, sorpassavano a prescindere, gettando le basi per un possibile frontale.

    Lasciamo perdere quando si incrociavano due camion o autobus, bloccando di fatto il transito. Dire che era necessario avere la vista lunga è riduttivo…

    Poi c’è un controsenso. Prima la carreggiata era stretta, male illuminata, senza spazio per i ciclisti e senza marciapiede ed il limite era di 50 kmh… da quanto l’hanno allargata, creato il marciapiede e la pista ciclabile, ben illuminata con i lampioni led… ecco che il limite è sceso a 30 kmh. Assurdo anche considerando che non ci sono passaggi pedonali…

    Infine, spesso alla mattina, quando ancora c’è buio, ma i lampioni sono già spenti, incontro alcuni ciclisti sulla carreggiata, rigorosamente senza luci/gilet alta visibilità, e tornano i vecchi problemi, acuiti dal fatto che ad oggi gli automobilisti il ciclista in strada proprio non se lo aspettano.

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