Un mese fa, è passata sotto silenzio la notizia secondo cui il 70% dei piloti di aereo ha ammesso errori in cabina per l’eccessiva stanchezza e quasi 9 su 10 hanno riconosciuto di essersi appisolati nel pozzetto di comando senza notificarlo al collega CS Anpac Safety Day_15mag2014. Ora, per quanto i piloti non siano più coccolati dalle compagnie come un tempo, è certo che stanno meglio dei camionisti e degli autisti di bus, spesso costretti a sforare i tempi di guida, per necessità economiche e perché i cronotachigrafi si possono alterare ancora oggi. Tanto che il loro sindacato europeo Etf ha avviato una campagna contro la “schiavitù al volante”.
Però ormai da anni questo è un problema non certo nascosto: se ne sono occupate anche trasmissioni importanti, facendo rumore. E lungo le autostrade italiane i gestori hanno fatto sorgere punti in cui i camionisti possono sottoporsi a controlli medici.
Adesso arriva un’ulteriore buona notizia: scende in campo l’Iveco, che ha attrezzato suoi camion come motorhome per accogliere gli autisti che vorranno sottoporsi a un check-up sulla salute (e in particolare sui disturbi del sonno) e come officina per controllare su strada le condizioni dei veicoli 20140610_press_release_IvecoCheckStop.
Certo, per risolvere problemi così grandi occorrono anche tanti controlli, infrastrutture che consentano di ridurre i tempi di viaggio e basi logistiche che taglino i tempi di carico e scarico merci, che contribuiscono anch’essi ad affaticare gli autisti. Poi occorrerà attendere una maggior diffusione dei dispositivi che in qualche misura aiutano l’autista, allertandolo se riscontrano incipienti colpi di sonno, cambi di corsia involontari eccetera. Ma controlli, infrastrutture, logistica e rinnovo del parco circolante ben difficilmente potranno mai adeguarsi alle esigenze e comunque è certo che non si riuscirà ad adeguarli domattina. Quindi, i check up sui camionisti sono per ora l’unica cosa concreta che si riesce a fare.