Il mistero sembra finalmente svelato e il sospetto confermato: l’asta delle auto blu su e-Bay fortemente voluta da Matteo Renzi è stata effettivamente un flop, perché tante tra le offerte d’acquisto pervenute (e sbandierate) si sono rivelate inconsistenti. Colpa di insolvibilità e fedina penale di chi le aveva presentate. Lo scrive “Panorama” di questa settimana, mettendo fine a voci e ipotesi.
Una solenne figuraccia, per un Renzi che un mese fa aveva dato l’asta come chiusa con successo completo (blindate escluse).
In ogni caso, soldi nelle casse dello Stato ne sono entrati pochini. Se avesse ragione Panorama, il bilancio dell’operazione segnerebbe appena sette auto vendute su 52, con un incasso complessivo pericolosamente analogo al valore che una singola vettura poteva avere da nuova (ammesso che non fosse blindata). Se avesse ragione Renzi, andrebbe molto meglio, ma il valore di realizzo per ciascun esemplare sarebbe comunque basso, essendo auto comunque di modello superato e anche piuttosto sfruttate. Un caso a parte è quello delle Maserati blindate “di La Russa”, su cui quasi nessuno ha viaggiato quando erano in servizio e che ora nessuno vuol comprare, quindi costarono tantissimo e ora non si riesce a recuperare neanche un centesimo nonostante siano praticamente nuove. A dimostrazione che un conto è annunciare il cambiamento e ben altro è realizzarlo.
Adesso speriamo che non si rivelino inconsistenti anche altri annunci apparentemente più seri e ribaditi in queste giornate di spavalderia post-vittoria elettorale. Il riferimento è soprattutto all’accorpamento Pra-Motorizzazione, che ieri è tornato a far capolino sulle prime pagine. Nessuno ha ancora spiegato in modo credibile come si farà davvero a risparmiare le cifre promesse e come si conta di riuscire a utilizzare i laureati in legge che lavorano al Pra per le mansioni dei sempre più rari ingegneri di una Motorizzazione tanto spolpata dal blocco del turn over da non poter garantire nemmeno gli orari di apertura di alcune sedi. Per regolamento, i laureati in legge possono essere utilizzati come esaminatori, il che è già qualcosa ma è anche poco in confronto ai buchi di un’amministrazioni cui sono affidati importanti controlli.
Tra gli altri aspetti dell’accorpamento che restano da chiarire, c’è pure se s’intenda cogliere l’occasione per cambiare finalmente le norme sui passaggi di proprietà, che altrimenti continuerebbero a consentire le truffe possibili con la presenza del doppio archivio e dei tempi sfalsati fra la firma sulla dichiarazione di vendita e la sua trascrizione al Pra. Troppi ci sguazzano ancoraLeggi come, a scapito di controparti in buona fede che hanno il solo torto di non conoscere i punti deboli di un sistema mediaticamente spacciato come pieno di garanzie.