Vi ricordate quando la Fiat salvò la Chrysler? Si disse che gli italiani avrebbero potuto portare negli Usa le loro tecnologie per rendere pulite e sobrie le vetture americane, spazzando via i loro motori obsoleti. Sono passati cinque anni e quella tesi ora vacilla anche agli occhi di chi all’epoca ci aveva creduto. Non solo perché all’epoca si pensava che il Multiair Fiat avrebbe vinto clamorosamente su tutti i propulsori della concorrenza, mentre oggi sappiamo che in giro c’è di meglio (anche se con l’entrata a regime degli standard antinquinamento Euro 6 il Multiair potrà riguadagnare terreno). Il punto è che uno studio condotto a livello europeo vede la Fiat, assieme alla Bmw, come il costruttore più in difficoltà per rispettare i limiti alle emissioni di CO2 imposti dalla Ue per il 2021.
Il motivo principale dovrebbe stare nel fatto che la Fiat non ha puntato su ibride ed elettriche. Non tanto perché scettica sulle loro potenzialità (che pure non sono mirabolanti quanto qualcuno fa credere), quanto perché a corto di risorse per svilupparle come si deve, sopportandone costi e rischi d’insuccesso. Tanto che Sergio Marchionne ha ammesso che la 500 elettrica è stata fatta solo per poterla vendere anche nella severissima California ed è una questione d’immagine, perché questo modello viene prodotto in perdita.
Potrete obiettare che anche la Bmw viene data in difficoltà nonostante si sia buttata addirittura sull’elettrico puro (con la i3 e la i8), oltretutto con avanzatissimi e leggerissimi telai di carbonio. Però non deve sfuggire il fatto che i maggiori volumi di vendita la Bmw continuerà a realizzarli con i modelli spinti da motori tradizionali e la Ue per determinare le sanzioni a chi non rispetta i limiti tiene conto proprio del numero di esemplari effettivamente venduti per i modelli che vanno oltre la soglia. E la Bmw ha la “sfortuna” di vendere ancora tante auto grandi, che – per quanto consumino poco in rapporto alla loro categoria – non brillano in assoluto. Inoltre, rispetto alla concorrenza, la Bmw ha avuto il merito di curare in modo maniacale i consumi sui modelli a gasolio e a benzina fin dal 2007, tanto che negli anni seguenti aveva dati sbalorditivi; però ora quella spinta pare attenuata, la concorrenza ha raggiunto risultati analoghi e le ultime novità sono solo affinamenti (funzione Eco-Pro nel selettore delle modalità di guida) o migliorie riservate alle vetture con cambio automatico (funzione veleggiamento) o con navigatore integrato (che “dice” a motore e cambio che stanno per arrivare una salita o una discesa, è il Proactive driving assistant).
Ps: grazie a Paolo Giachetti per la segnalazione sullo studio europeo.