Tariffe Rc auto slegate dalla provincia? L’Ivass dice no (per le moto)

No, i tempi non sono ancora maturi. La tariffa unica nazionale Rc auto, che abbiamo appena dato per teoricamente possibile col diffondersi della scatola nera, è stata praticamente bocciata dall'Ivass, l'autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Non è un veto diretto e assoluto, ma l'orientamento è chiaro. Lo si ricava dallo stop imposto all'ultima iniziativa della Fmi (Federazione motociclistica italiana) per dare sollievo ai propri iscritti sul caro-polizza.

Erano due pacchetti – uno per le moto d'epoca e uno per quelle moderne – basati su una distinzione del territorio nazionale in cinque zone (omogenee per incidentalità). Per ogni zona, ci sarebbero state due tariffe: una fino ai 600 cc e l'altra aldisopra. L'Ivass ha detto no perché sarebbe una struttura tariffaria troppo distante da quella attuale del mercato.

Lo si apprende dall'imbarazzato editoriale con cui il presidente della Fmi, Paolo Sesti, chiede scusa agli iscritti che già pregustavano gli sconti e in qualche caso avevano già versato un anticipo per assicurarsi una di queste polizze agevolate. Ora la Fmi ovviamente restituirà i soldi fino all'ultimo centesimo. Con grande rimpianto per l'occasione persa.

Così per ora ai moticiclisti non resta che orientarsi nella giungla delle offerte sul mercato, che spesso si guardano solo in base al prezzo senza scervellarsi a confrontare le condizioni contrattuali. Un aiuto arriva ora da GuidaSicuraMoto, in collaborazione con l'associazione di consumatori Konsumer Italia (Download Com 2-14 – 4-3-14 – consulenza assicurativa).

L'iniziativa offre anche un servizio di conciliazione paritetica, strumento che da quasi 15 anni viene presentato come importante per svelenire i rapporti tra clienti e compagnie (soprattutto in fase di liquidazione) ma non è mai decollato davvero, nonostante qualche tentativo di rilancio che è stato anche interessante. Speriamo che questa nuova iniziativa contribuisca.

  • Fabrizio |

    La tariffazione a provincia è un’aberrazione del nostro tempo. Come possano le assicurazioni avere la faccia tosta di sostenere un sistema simile è un mistero.
    In fondo il sistema non differisce molto dal rapporto col fisco: deve cambiare il rapporto, “io ti frego, perché se non ti frego, tu freghi me”. Così è stato per il fisco (ed ora ci sono dei proclami promettenti in questo senso) e così hanno fatto le banche e le assicurazioni.
    Quando si parla di “poteri forti”, purtroppo non è sbagliato generalizzare, perché le assicurazioni hanno sempre una “bonus share”: il banco vince sempre, come al casinò.

  • ilprincipebrutto |

    Parlando di guida sicura (o meglio difensiva), mi pare ci voglia un certo impegno per passare vicino ad un’auto strisciandone la fiancata senza cadere.
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    Immagino fosse un sorpasso nel traffico, rimontando la coda, perche’ altrimenti la manovra sarebbe ancora piu’ assurda.
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    A volte sarebbe meglio aspettare che si apra un gap piu’ ampio, piuttosto che cercare di forzare la situazione.
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    Spesso pero’, pur di guadagnare qualche secondo, si preferisce prendersi il rischio di una collisione. Nella stragrande maggioranza dei casi va bene, ma non sempre.
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    sicuri si diventa, Ride Safe.

  • Paoblog |

    E poi c’è chi fa prima a vendere lo scoooter piuttosto che subire certi aumenti. Passi la strisciata all’auto, ma da 270 € a 1302 (scontata), forse si esagera… – Vedi: http://paoblog.net/2014/02/27/due-ruote-10/

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