Sarà anche solo il solito attivismo di inizio mandato, ma il nuovo comandante della Polizia locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente, sta facendo discutere tanto. Il suo obiettivo principale è la lotta alla sosta selvaggia. Prima le multe su Twitter e quelle "a strascico" (con la telecamera montata sull'auto dei vigili), poi quelle con le telecamere della sala operativa dei vigili. Adesso Clemente ha scritto una direttiva in cui esplicita ciò che molti suoi colleghi pensano ma nessuno dice: tra gli elementi di valutazione del personale, è prioritario il numero di multe che commina.
Lasciamo perdere tutti i possibili commenti sul "fare cassa" da parte del Comune et similia. Concentriamoci su un dato molto semplice: con una più energica attività sanzionatoria, sarà necessario gestire un numero di verbali in aumento. E non sarà un semplice ritorno ai livelli del passato (ultimamente, complice la crisi che ha fatto calare il traffico, anche a Roma c'è stato un calo): tra verifiche immediate delle segnalazioni che arrivano su Twitter (necessarie, perché la multa non può scattare sulla mera segnalazione di un cittadino, senza riscontro) e disguidi causati dagli sconti sulle multe, c'è da lavorare sodo. Dunque, ci vorranno anche più persone in ufficio, a gestire la marea montante di verbali. Come si riuscirà a quadrare il cerchio?
Su questa situazione, incombe anche la "minaccia" di Erasmo D'Angelis, sottosegretario uscente a Infrastrutture e trasporti e, soprattutto, politico renziano (quindi candidato ad avere ancora posti di rilievo): Roma dovrebbe diventare una città "ciclabile". Anche trascurando il fatto che a Roma ci sono i colli, che manca lo spazio per fare piste ciclabili, che già nella ben più "facile" Milano (che ha cominciato la guerra all'auto da anni) problemi e polemiche non sono mancati e che Roma non ha mezzi pubblici adeguati e quindi non può permettersi crociate anti auto, chi garantirà tutte le risorse per una rivoluzione del genere?