Incredibile. Non c'è altra parola per definire la scorribanda del giovane dominicano che la scorsa notte ha percorso contromano 80 chilometri in autostrada, tra la A7 (da Genova Bolzaneto) e l'A12 (a Brugnato, verso La Spezia). Non si può dire che l'allarme sia scattato in ritardo. Eppure quella Honda Civic rossa è andata avanti lo stesso per tutto quel tratto, perché chi la guidava era molto determinato e perché la Polizia stradale aveva poche pattuglie.
Infatti, per ben due volte sono stati predisposti blocchi della carreggiata, ma con sole due volanti. Troppo poco per indurre lo sventurato a fermarsi: parliamo di una persona con problemi psichici conclamati (si dovrà vedere perché aveva la patente ancora in tasca), che probabilmente per quello non si è fatta problemi nell'urtare le vetture della Polizia.
Così è stato necessario fare un terzo posto di blocco, rinforzato da mezzi pesanti. Solo davanti a quella barriera quel guidatore si è fermato.
Da quanto si evince dal comunicato della Polizia, sull'A12 si è riusciti a mobilitare appena tre pattuglie. Anche considerando gli equipaggi intervenuti per bloccare nel frattempo l'autostrada, non sembra certo uno schieramento da telefilm americano. A dimostrazione del fatto che sulla strada si può usare tutta la tecnologia del mondo per fare controli automatici, ma il trasporto è ancora un'attività maledettamente fisica, che richiede ancora un impiego adeguato di esseri umani in carne ed ossa.
Tra l'altro, in questo caso la tecnologia è stata inutile: il primo allarme lo ha dato una pattuglia che ha incrociato la Civic sull'A7 e, anche se i gestori autostradali avessero installato sistemi che segnalano l'errore al conducente contromano, il dominicano li avrebbe probabilmente ignorati (visto che ha ignorato anche due posti di blocco).