Che cosa succede alle reti elettriche di Roma? Tutti sanno che lunedì erano andati in tilt tutti i sistemi informatici Sogei, causando disagi a chi doveva avere a che fare col fisco o inviare un certificato di malattia al proprio datore di lavoro. Molto meno noto è il fatto che oggi si sono bloccate le revisioni, perché ad andare in tilt è stato il Ced (Centro elaborazione dati) della Motorizzazione. In entrambi i casi è stata colpa di guasti elettrici: questo è stato comunicato ufficialmente e nessuno ha motivo di dubitarne.
Ma proprio per questo è lecito chiedersi come mai sistemi informatici che sono strategici per il Paese si rivelino così vulnerabili. I guasti possono sempre capitare, ma noi profani siamo stupiti dall’impossibilità di rimediarvi rapidamente, magari prevedendo un sistema di alimentazione e gestione elettrica che possa lavorare in parallelo sostituendo quello principale.
Certo, capita raramente di averne bisogno. Però quando succede si blocca tutto: non pochi centri revisione non sono attrezzati per andare avanti comunque con la procedura “manuale” (di solito usata per problemi più ricorrenti, legati a malfunzionamenti o aggiornamenti della parte più strettamente informatica), che consente di effettuare la revisione dando al cliente un’attestazione provvisoria. Così questi centri non possono far altro che rimandare a casa i clienti, che magari avevano preso un permesso lavorativo proprio per mettersi in regola con il controllo obbligatorio del proprio veicolo. E in certe zone d’Italia la gente deve anche fare chilometri per raggiungere un’officina autorizzata.
Ci consoliamo solo al pensiero che a qualcuno dei cittadini e delle imprese che hanno avuto a che fare col fisco è andata anche peggio: chi aveva un adempimento di competenza dell’agenzia delle Entrate che scadeva giusto lunedì (il giorno del tilt) si è visto dare tempo ancora il martedì senza subire sanzioni. Un’ovvietà? Sì, ma è stata comunicata solo martedì sera, quando “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato”. C’era una qualche superiore ragione giuridica (tipica del sistema italiano) per prendersi un’intera giornata di gravi valutazioni e decidere il da farsi? Benissimo, ma si autorizzi l’ufficio stampa a scrivere almeno quattro ovvie e vaghe righe fin dal mattino. Sarebbe il meno, in un Paese dove a volte un comunicato stampa fa persino le veci di una legge.