"The boss is back". Difficile non notare questa frase sui muri, abbinata all'immagine della nuova BMW X5, sapientemente scelta di colore nero. Una pubblicità sciagurata, visto che non fa altro che rinfocolare le polemiche sulla pericolosità (vera o presunta) delle Suv e sull'aggressività dei loro guidatori: dire "the boss is back" ("il boss è tornato") non significa solo riaffermare il primato di categoria della X5 dopo che negli ultimi anni l'età del modello precedente le aveva fatto perdere colpi, ma anche rivolgersi in linguaggio da boss a tutti quelli che la Suv continuano a volerla grande e grossa. Nonostante crisi, superbollo, redditometro, downsizing e ambientalismo (che ha anche preso la forma di malus imposto dalla Ue su ogni esemplare immatricolato se sfora i 130 g/km di emissioni di CO2).
Dunque, evidentemente la Bmw ha fatto i suoi calcoli e ha deciso che vale ancora la pena puntare su gente facoltosa che non è pentita degli eccessi di chili e cavalli delle Suv classiche. Anche se la nuova X5 è comunque dimagrita rispetto alla precedente, ma così fan tutte e, anzi, la X5 è l'ultima a uniformarsi alla tendenza (anche perché la serie appena uscita di scena era stata lanciata solo pochi mesi prima dell'inizio della crisi che ha segnato il mercato dell'auto e l'economia tutta).
Non c'è nulla di male a cercarsi i clienti con slogan accattivanti. Però il caso fa meditare. E personalmente penso che, se una casa automobilistica va a cercarsi quel tipo di cliente, vuol dire che c'è ancora tanta gente che deve capire a cosa serve davvero una Suv. Non so se sia peggio per il costruttore o per i clienti medesimi.