Ragazza bruciata in auto perché gli estintori dell’autostrada non funzionano. E in 20 minuti si erano accorte di lei solo le telecamere

Ai primi di giugno una ragazza è morta bruciata nella sua auto. Era rimasta in panne sulla terza corsia dinamica dell'A14 a Bologna. Cioè sulla vecchia corsia di emergenza che – date le opposizioni degli ambientalisti che hanno impedito di costruire un passante ex novo per collegare l’Autosole e l’Adriatica – è stata riconvertita per diventare transitabile quando c’è molto traffico (un sistema di pannelli a messaggio variabile indica di momento in momento se è percorribile o no).

Tra gli interventi che nel 2003 furono prescritti dal ministero delle Infrastrutture per la riconversione, c’era la creazione di tombini con idranti lungo tutta la corsia. Ma buona parte dei segnali attaccati ai new jersey per indicare la posizione dei tombini è ormai volata via, l’impianto idrico è guasto e alcuni tombini hanno finito per essere seminascosti, perché parzialmente coperti dall’asfalto quando ne è stato fatto un nuovo manto. Tutto ciò è dimostrato da questa foto.

Bologna naspo terza corsia dinamica 2013-09-13 09.47.17

Autostrade per l'Italia (Aspi) sta sistemando tutto, adesso. A giugno, la ragazza è morta bruciata dopo essere stata tamponata da un camion: alcuni carabinieri di passaggio hanno cercato di salvarla, ma gli estintori dei mezzi in transito non sono bastati.
Andrà poi approfondito perché la ragazza era rimasta invano in attesa di assistenza per 20 minuti, nonostante fosse inquadrata dalle telecamere di sorveglianza di Aspi.

Le pattuglie della Polizia stradale erano all’oscuro dell’emergenza: la ragazza si era limitata a chiamare il papà (se l’Italia non ha ancora il numero unico per le emergenze, imposto da anni dalla Ue e vergognosamente disatteso per i soliti interessi di bottega, forse avrebbe chiamato quello).

Toccava allora al personale Aspi, che vedeva l'auto in panne inquadrata da una delle telecamere di sorveglianza disseminate copiosamente in quel tratto proprio per la sua criticità, allertare le pattuglie o inviare una propria squadra di ausiliari della viabilità col loro furgone attrezzato per le segnalazioni. L'inchiesta appurerà chi è responsabile del difetto di comunicazione che ha impedito tutto ciò.

Occorrerà vedere se ha influito il fatto che dallo scorso anno Aspi fa circolare gli ausiliari da soli e non in equipaggi di due persone. Dall'azienda fanno sapere che non c'entra nulla. Anzi: avere un solo operatore su ogni furgone consente di schierare il 20% di veicoli in più (ne sono stati acquistati di nuovi), dimezzando i tempi d'intervento. Inoltre, sui tratti più pericolosi, gli equipaggi sono stati mantenuti con due persone e comunque gli operatori lasciati soli ora hanno uno sbandieratore automatico che sostituisce in parte il compagno di pattuglia (e fa risparmiare una vita umana, nel caso non rarissimo in cui un veicolo lo travolga).

Già ad agosto 2012 era morto un motociclista, che sul vicino raccordo Ferrara-Porto Garibaldi (gestito sempre da Aspi) aveva urtato un’auto rimasta in panne sulla carreggiata; ora la Procura di Ferrara indaga sulla lentezza con cui la presenza di quel veicolo fermo fu segnalata.