Come da copione, anche la morte di una donna rimasta appiedata a metà settembre sull'A1 presso Firenze è stata archiviata dalle cronache come una fatalità. Qualche riga di sommaria descrizione dell'accaduto, qualche parola delle solite per suscitare un po' di compassione e poi via ad asfaltare in pagina la notizia successiva. Invece, come giustamente mi segnala algor65, ce ne sarebbe da scrivere su quest'incidente. Se non altro per salvare altre vite.
Infatti, le cronache dicono che la donna è stata travolta dopo essere rimasta in panne e lasciano passare l'idea che sia normale su un'autostrada fermarsi sulla corsia di emergenza (oppure all'ingresso di un'area di servizio, non è chiaro). Non si sa se la vittima sia stata costretta a fermarsi proprio lì oppure abbia scelto quella posizione che poi le è stata fatale, ma di solito in autostrada c'è il vantaggio di andare a velocità tali che, se anche il motore smettesse di funzionare all'improvviso, si può premere la frizione e arrivare per inerzia fino alla prima piazzola di sosta. Tra l'altro, da quelle parti le piazzole non mancano, come invece capita altrove.
Dunque, più che fare pietismo a buon mercato, si dovrebbe cogliere l'occasione per ribadire che anche durante un'emergenza bisogna scegliere il posto più adatto dove fermarsi. Anche perché problemi del genere sono molto frequenti. Lodevolmente, qualche anno fa Autostrade per l'Italia lo aveva fatto. Ma evidentemente non basta ancora: certe cose bisogna ripeterle in continuazione. Proprio per questo motivo vi ho scritto di quest'incidente.