Almeno stavolta l'abbiamo scampata. Almeno per ora. Nel decreto-legge che ha approvato ieri sera e che l'enfasi mediatico-politico-propagandistica sta dipingendo come la cancellazione dell'Imu, il Governo aveva inizialmente previsto l'ennesimo aumento (ce ne sono stati ormai una decina da marzo 2011) delle accise su benzina e gasolio. Solo alla fine, poco prima che la riunione del Consiglio dei ministri iniziasse, dalla bozza del decreto questi rincari sono stati tolti. Ma potrebbe essere solo una tregua.
Infatti, il Governo per ora in questo decreto ha solo ufficializzato che ci abbuona definitivamente l'acconto che avremmo dovuto versare a giugno e che finora aveva solo sospeso, ma si è guardato bene dallo scrivere che l'Imu sull'abitazione principale sarà cancellata dal 2014 e ha lasciato nel vago la promessa di abbuonare il saldo 2013, che andrebbe versato a dicembre. Perché, rinunciando all'aumento delle accise, non ha trovato i soldi per mettere tutto nero su bianco: molto meno impegnativo è dire – com'è stato detto in conferenza stampa ieri sera – che i soldi si troveranno a ottobre. Quindi molto probabilmente è vero che l'Imu per l'abitazione principale andrà in soffitta dal 2014 e non dovremo pagare nemmeno il saldo di dicembre 2013, ma dobbiamo aspettarci nuove tasse a ottobre e l'aumento delle accise è sempre una delle soluzioni più fattibili.
Certo, non lo è più come una volta. Tra crisi, aumenti precedenti delle accise e iniziative ambientali per dissuadere dall'uso dell'auto, non è più vero che la domanda di combustibili sia così anelastica (cioè insensibile agli inasprimenti fiscali) come dicono le teorie classiche di scienza delle finanze. Non a caso, il gettito delle accise nell'ultimo anno è calato: gli inasprimenti fiscali non hanno neutralizzato gli effetti della diminuzione dei consumi, anzi hanno accentuato quest'ultima. Ma la carta delle accise resta tra quelle più credibili che ci si possa giocare: basti pensare che nel decreto-legge di ieri sera la copertura finanziaria della cancellazione dell'acconto di giugno è stata ottenuta in parte non trascurabile con misure una tantum. Come la sanatoria di un contenzioso tra Stato e gestori di slot machines e l'Iva che verseranno le imprese creditrici della pubblica amministrazione ora che finalmente un po' dei loro crediti verranno soddisfatti.
Quindi, occhio ai possibili rincari delle accise a ottobre. Anche perché non erano certo questi i giorni per farne un altro: la fiammata dei prezzi internazionali del petrolio dovuta ai timori per il possibile attacco Usa alla Siria ha consigliato prudenza al Governo.