Strage del bus: guard-rail ai raggi X e guerra delle esternazioni tra gli avvocati

Dopo che la Procura ha imposto il silenzio a periti e avvocati impegnati nelle perizie sulla strage del bus sul viadotto dell'A16, in effetti il silenzio è calato anche sui media. Ma le perizie sono andate avanti anche oggi, quando ci si è spostati dal deposito giudiziario (dove sono custoditi il bus e le vetture coinvolte nell'incidente) al viadotto dal quale il pullman è precipitato. E qualcosa d'interessante è emerso: i rilievi sulla struttura sono durati più del previsto, tanto che probabilmente non si riuscirà a completare tutto in giornata (per il pomeriggio era previsto un sopralluogo nella scarpata in cui si sono trovati il bus con i suoi passeggeri).

In particolare, è stato prelevato anche un pezzo del guard-rail rimasto ancora al suo posto, per confrontarlo con la parte che invece ha ceduto nell'impatto col pullman. Il confronto – scrive l'Ansa – riguarderà i tirafondi (cioè le "aste" di ferro infisse in parte nel cemento del guard-rail e in parte nel cemento del cordolo del viafotto, per renderli solidali). Un'altra conferma che s'intende approfondire come è stata montata la barriera, anche se ufficialmente non si sa ancora se nell'indagine siano entrate anche le possibili responsabilità di chi avrebbe dovuto cambiare quella barriera e invece non lo ha fatto.

Come si poteva prevedere, oggi a rompere il silenzio rivelando che cosa si sta controllando sulle barriere è stato l'avvocato dell'impresa proprietaria del bus: le perizie sull'autostrada riguardano questioni che alleggeriscono la posizione dell'impresa. Ora bisognerà vedere se i media daranno alle parole di questo avvocato lo stesso risalto dato l'altro ieri a quelle dell'altro legale, che si diffondeva sui guasto a trasmissione e freni del pullman (senza però citare il fatto che forse il guasto non era dovuto a negligenze di manutenzione ma soprattutto a casualità).

Sarebbe corretto dare lo stesso risalto. Perché, se è vero che l'incidente ha avuto origine da un guasto meccanico del bus, è altrettanto vero che le vittime sono state tante (39) perché – come ha giustamente ricordato l'avvocato – il mezzo è caduto per 100 metri. Ed è caduto perché la barriera ha ceduto in un urto che probabilmente, se fosse stata a norma e ben installata, avrebbe dovuto sopportare.

  • Pasquale Passaro |

    Il vero tema verte sul risarcimento. Se non viene “accertata” la responsabilità di Autostrade SpA con quale massimale si pagano 39 morti, un numero imprecisato di feriti ed i veicoli danneggiati?

  • Renato58 |

    Io trovo inaccettabile questa cultura del silenzio e la delega totale alla Megistratura (che scrivo deliberatamente maiuscola perché ne ho grande rispetto).
    Procura & co facciano il loro lavoro, accertando secondo la procedura penale le responsabilità legate a QUESTO evento.
    Ma è indispensabile che un’autorità terza, non soggetta anche agli umori di una società quotata in borsa, indaghi sia sul versante dei mezzi sia su quelle dell’infrastruttura, dando risposte tecnicamente inattaccabili (un auditing a livello europeo non sarebbe una cattiva idea) in tempi BREVI.
    Il pubblico che usa i bus e le autostrade non può aspettare per anni, se non decenni, gli esiti in Cassazione delle guerre di perizie!
    Penso che sei mesi per una simile indagine siano già un tempo al limite dell’accettabile.

  • 59raf |

    Sinceramente queste esternazioni nel mezzo delle perizie le trovo del tutto inutili. Ci sara’ materia di discussione quando uscira’ la prima perizia ufficiale che sara’ seguita da controperizie fino in Cassazione. Pertanto non sono assulatemente d’accordo sul dare spazio a queste discussioni “politiche” (e’ evidente che il proprietario dara’ la colpa ad Autostrade la quale rimandera’ al mittente le accuse discarsa manutenzione ed assieme poi incolperanno l’autista di incompetenza)
    [risponde Maurizio Caprino] Beh, a qualcuno saranno pur utili, no? La parte più importante dell’inchiesta è una società quotata in Borsa e si sa che i mercati sono molto sensibili alle notizie.

  • aldostinga |

    so di aver già espresso il mio parere e quindi so di rischiare di ripetermi, però non mi stancherò di evidenziare che, mai come in questo incidente, le prove che dimostrano lo STATO della barriera e il suo MONTAGGIO sono sotto gli occhi di noi tutti, andando a vedere con internet nel programma Street View di Google Maps le foto del viadotto Acqualonga (foto di luglio 2012, non certo di molti anni fa): bulloni di fissaggio alla sede stradale delle sezioni della barriera a volte mancanti, a volte spezzati, sempre arrugginiti perchè le cavità che li contengono sono quasi tutte prive dei coperchi protettivi (da acqua e sale); poi piastre di collegamento alla base delle sezioni a volte mancanti o non bullonate; i tondini di metallo che escono nella parte alta di ogni sezione sono, oltre che arrugginiti, malamente saldati tra di loro, tali da non garantire una solida connessione tra un elemento e l’altro; infine si nota che ogni elemento di calcestruzzo della barriera termina con un profilo sporgente che andrebbe incastrato nel profilo cavo dell’elemento attiguo: ebbene sul viadotto Acqualonga nessuna sezione era incastrata a quella contigua, in compenso nelle fessure si possono godere ampi squarci sul verdeggiante panorama sottostante!!!!!!

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